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TRADIZIONALISTI ANGLICANI VERSO COMUNIONE CON ROMA

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2009 07:14
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20/10/2009 17:14

Altri vescovi anglicani ringraziano di cuore Papa Benedetto per la sua iniziativa di accoglienza

Continuano le risposte positive e i ringraziamenti da parte anglicana. Ecco la dichiarazione di un'altro gruppo di anglicani che hanno cercato l'unione con Roma. Sono guidati dai Vescovi inglesi Andrew Burnham di Ebbsfleet e Keith Newton di Richborough tenaci oppositori dell'ordinazione femminile e dell'introduzioni di altre novità contrarie alla Bibbia nell'ethos della comunione anglicana. L'originale è qui.

Dichiarazione dei vescovi di Ebbsfleet e Richborough sulla Costituzione Apostolica sugli Ordinariati personali per gli ex anglicani.


Accogliamo cordialmente in questo martedì 20 ottobre la notizia della prossima pubblicazione di una Costituzione Apostolica, che illustra una nuova iniziativa per la ricerca di quell'unità con la Santa Sede per la quale hanno pregato e lavorato molti anglicani della tradizione cattolica.

Questo non è il momento per decisioni improvvise o dibattiti pubblici generali. Chiediamo un momento di preghiera silenziosa e di discernimento. La vicina stagione d'Avvento e la celebrazione del mistero dell'Incarnazione a Natale, ci sembra possano fornire una buona occasione per dar luogo a questa preghiera silenziosa e di discernimento, così come per alcune discussioni pastorali. Alcuni anglicani della tradizione cattolica, comprensibilmente, vorranno rimanere in seno alla Comunione Anglicana. Altri vorranno prendere accordi individuali come la loro coscienza esige. Un altro gruppo di anglicani, pensiamo, inizierà a formare una carovana, un po' come il popolo di Israele quando attraversava il deserto in cerca della Terra Promessa. Come Vescovi vorremmo rassicurare i fedeli che, qualunque decisione le singole persone, sacerdoti e parrocchie facciano, costoro troveranno pace e la benedizione nel seguire ciò vedono con discernimento essere la volontà di Dio per loro. Abbiamo scelto il 22 febbraio, festa della Cattedra di Pietro, come giorno adatto per prendere, sacerdoti e laici, una iniziale decisione se si desidera rispondere in modo positivo ed esplorare ulteriormente l'iniziativa della Costituzione Apostolica. A molti, comprensibilmente, sarà necessario un periodo di discernimento assai più lungo  e vogliamo sconsigliare reazioni affrettate di qualsiasi tipo.

Noi vescovi di Ebbsfleet e Richborough in visita a Roma nel 2008 per Pasqua, abbiamo avuto una cortese udienza in Vaticano. Eravamo sempre più preoccupati del fatto che le varie attività e decisioni della Comunione anglicana stavano allontanando anglicani ei cattolici sempre di più. Era nostro compito, abbiamo pensato, di cogliere l'opportunità di discutere di tali questioni in privato a Roma. Non siamo stati né i primi né gli ultimi anglicani a fare così negli anni recenti. In seguito alla decisione del Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra nel luglio del 2008 di  procedere con l'ordinazione delle donne all'episcopato, abbiamo chiesto aiuto al Santo Padre e abbiamo pazientemente atteso una risposta. Questa Costituzione apostolica, rivolta a tutto il mondo, la sentiamo essere una risposta alle preoccupazioni sollevate da altri e da noi stessi e un tentativo di consentire a tutti coloro che cercano l'unità con la Santa Sede di essere accolti senza rinunciare al proprio patrimonio distintivo.

+ Andrew Burnham, Vescovo di Ebbsfleet
+ Keith Newton, Vescovo di Richborough

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Cattolici-Anglicani: video e servizi

CATTOLICI-ANGLICANI: SERVIZIO DI MARINA RICCI

CATTOLICI-ANGLICANI: SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI
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21/10/2009 05:45

Bussate e vi sarà aperto. Purché secondo tradizione

Annunciato l'ingresso nella Chiesa cattolica di diocesi e parrocchie anglicane antimoderniste. L'ecumenismo di papa Ratzinger appare sempre più nutrito dalla fedeltà alla tradizione. È così con i lefebvriani. E più ancora con le Chiese ortodosse d'oriente


di Sandro Magister

ROMA, 20 ottobre 2009

Fino a ieri passavano alla Chiesa cattolica uno alla volta, i preti e vescovi della Comunione anglicana che si sentivano più d'accordo col papa di Roma che con le derive "moderniste" dell'anglicanesimo.
Negli Stati Uniti, per regolare tali passaggi, dal 1980 era in vigore una "Pastoral Provision" scritta dalla congregazione per la dottrina della fede e approvata da Giovanni Paolo II. Grazie ad essa sono passati alla Chiesa cattolica circa ottanta preti anglicani, quasi tutti con moglie e figli. E due anni fa anche un vescovo, Jeffrey Steenson, accolto con una cerimonia celebrata nella basilica romana di Santa Maria Maggiore. Steenson, 57 anni, sposato con tre figli, è stato ordinato sacerdote e incardinato nella diocesi di Santa Fe, dove insegna patrologia in seminario.
A questi preti e vescovi hanno fatto seguito anche gruppi di fedeli, per loro decisione spontanea. L'unico caso di passaggio in blocco di un'intera diocesi anglicana alla Chiesa cattolica è stato finora quello di Amritsar, nel Punjab indiano. Si è verificato nel 1975.
Da oggi in avanti, però, le migrazioni collettive dall'anglicanesimo al cattolicesimo saranno un fatto non più eccezionale ma normale, grazie alla costituzione apostolica che Benedetto XVI si appresta a pubblicare.
La costituzione papale è ancora in fase di messa a punto. Sarà pubblicata forse tra due settimane. Ma il suo annuncio è già stato dato in forma solenne la mattina del 20 ottobre, in due conferenze stampa contemporanee: una a Roma, con il cardinale William Levada, prefetto della congregazione per dottrina della fede, e una a Londra, con il primate della Chiesa cattolica d'Inghilterra e del Galles, Vincent G. Nichols, e con il primate della Comunione anglicana, Rowan Williams (nella foto col predecessore di Nichols, Cormac Murphy-O'Connor).
A Londra i due arcivescovi, cattolico e anglicano, hanno anche emesso una dichiarazione congiunta. Altro elemento di indubbia novità.
Di solito, infatti, quando qualcuno abbandona una confessione cristiana e ne abbraccia un'altra, se ne va sbattendo la porta.
Questa volta, invece, è come se il passaggio sia benedetto di comune accordo dalle due parti.
Una sintonia che fa pensare a quanto sarebbe oggi vicina la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana se solo in quest'ultima non avesse avuto il via libera l'ordinazione al sacerdozio e all'episcopato di donne e di omosessuali conviventi, con le conseguenti drammatiche divisioni tra chi è d'accordo e chi no.
Una volta pubblicata la costituzione apostolica, le parrocchie e le diocesi anglicane che in questi ultimi anni hanno bussato a Roma per essere accolte nella Chiesa cattolica – dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti, dall'Australia, dal Sudafrica e da altri paesi – potranno farlo nelle modalità indicate nella stessa costituzione. I sacerdoti e i vescovi sposati, ricevuto l'ordine sacro, potranno riprendere a esercitare il sacerdozio, come già avviene per i sacerdoti sposati dei riti orientali, anche cattolici.

Le loro comunità faranno capo a "ordinariati personali" retti da vescovi non sposati ma celibi, anche qui in linea con la prassi costante delle Chiese cattoliche e ortodosse. Per le liturgie continuerà a valere il rituale anglicano, peraltro già molto simile a quello cattolico.

Si calcola che in lista di attesa vi siano circa quaranta vescovi e un centinaio di preti, con le rispettive comunità. Metro di misura della conversione sarà l'accettazione del primato del papa e la condivisione della dottrina espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
In ogni caso, le comunità pronte a passare alla Chiesa cattolica fanno parte dell'ala "tradizionalista" della Comunione anglicana.
Così come tradizionaliste sono le comunità scismatiche lefebvriane con le quali Benedetto XVI sta intensificando gli sforzi perché rientrino nell'obbedienza di Roma.
E come attaccate alla grande tradizione sono le Chiese ortodosse con cui l'incontro appare più fruttuoso, con l'attuale pontefice. Dal 16 al 23 ottobre è in corso a Cipro il secondo round – il primo è stato a Ravenna nel 2007 – del dialogo tra cattolici ed ortodossi sulla questione del primato del papa, alla luce di come fu vissuto nel primo millennio.
Oggi più che mai, con Joseph Ratzinger papa, il cammino ecumenico appare non una rincorsa alla modernità, ma un ritrovarsi sul terreno della tradizione.
Qui di seguito, la
dichiarazione congiunta diffusa a Londra il 20 ottobre dai primati della Comunione anglicana e della Chiesa cattolica d'Inghilterra e del Galles, più una nota retrospettiva emessa lo stesso giorno dalla congregazione per la dottrina della fede.

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21/10/2009 05:49

Vaticano/ Tradizionalisti anglicani esultano: Più di un sogno

Profondamente commossi per Papa, grazie a primate anglicano


"Profondamente commossi dalla generosità del Santo Padre", i tradizionalisti anglicani che entreranno nella Chiesa cattolica con il beneplacito del Papa esultano per l'annuncio odierno di una Costituzione apostolica che spiana la strada alla loro conversione al cattolicesimo e, in una nota, affermano: "La decisione supera i sogni che abbiamo osato includere nella nostra petizione di due anni fa.
Supera le nostre preghiere.
In questi due anni siamo divenuti consapevoli delle preghiere dei nostri amici nella Chiesa cattolica
.
Forse le loro preghiere hanno osato più delle nostre".
La nota, firmata dal primate della Traditional Anglican Communion, l'arcivescovo John Hepworth, esprime gratitudine anche al primate della Comunione anglicana Rowan Wiliams per la "comprensione" nei confronti dei 'fuoriusciti'.
Il 9 ottobre 2007 questa sigla tradizionalista anglicana era stata ricevuta dal cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, per proporre al Vaticano di entrare 'in blocco' nella Chiesa cattolica. Il porporato aveva risposto con una lettera del luglio 2008 per assicurare la "seria attenzione" con cui l'ex Sant'Uffizio studiava il dossier.
I vescovi che aderiscono alla Traditional Anglican Communion - una galassia con adepti in tutti e cinque i continenti - "hanno già firmato il Catechismo della Chiesa cattolica e hanno fatto una dichiarazione sul ministero del vescovo di Roma, che riflette le parole di Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera
'Ut Unum Sint'", afferma Hepworth.
"Altri gruppi anglicani hanno indicato alla Santa Sede un simile desiderio di accettare la fede cattolica. Come ha indicato il cardinal Levada, la risposta alla petizione anglicana deve avere un carattere globale. Sta ora a questi gruppi fare una stretta cooperazione, anche laddove essi trascendono i confini della Comunione anglicana".

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21/10/2009 05:58

Il patrono della nuova decisione papale per gli anglicani: John H. Newman presto Beato



John Henry Newman era stato educato nella Chiesa Anglicana, aveva conosciuto a quindici anni una prima “conversione” spirituale che lo introdusse nel cammino della perfezione evangelica, era diventato sacerdote nella sua Chiesa e parroco di St. Mary, aveva fondato il Movimento di Oxford per lo studio dei Padri della Chiesa e la storia del cristianesimo antico, aveva scoperto nella Chiesa Cattolica la Chiesa di Cristo ed aveva deciso di entrarvi nel 1845 con un passo di enorme coraggio, nel 1847 ricevette a Roma l’ordinazione sacerdotale: una vita vissuta alla luce della coscienza formata, nel calore della preghiera, nell’incessante studio e nell’annuncio apostolico della Verità: “profonda onestà intellettuale, fedeltà alla coscienza ed alla grazia, pietà e zelo sacerdotale, devozione alla Chiesa di Cristo ed amore per la sua dottrina, incondizionata fiducia nella Provvidenza ed assoluta obbedienza al volere di Dio” caratterizzano - scriveva Giovanni Paolo II nella Lettera commemorativa del I centenario dell’elevazione alla sacra Porpora.
“Rendendo grazie a Dio - conclude
la Lettera Pontificia del 2001 - per il dono del venerato John Henry Newman, in occasione dei duecento anni della nascita, preghiamo affinché questa guida certa ed eloquente nella nostra perplessità diventi anche nelle nostre necessità un intercessore potente al cospetto del trono della grazia. Preghiamo affinché la Chiesa proclami presto ufficialmente e pubblicamente la santità esemplare di uno dei campioni più versatili e illustri della spiritualità inglese”.
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21/10/2009 05:59

PAPA: PRIMATE ANGLICANO, NON LEGGO DECISIONE COME ROTTURA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 ott.

''Quello che accade oggi non e' un elemento di rottura nei rapporti tra le nostre comunioni''.
Lo ha detto il primate anglicano Rowan Williams commentando
ai microfoni della Radio Vaticana l'annuncio della prossima pubblicazione della Costituzione Apostolica con la quale Benedetto XVI fissa i criteri per accogliere i gruppi anglicani che vogliono entare nella piena comunione con Roma.
Lo stesso Williams, come e' noto, ha firmato
una dichiarazione congiunta
con il primate cattolico inglese, l'arcivescovo di Westminster Vincent Gerard Nichols, nella quale afferma che ''l'annuncio di questa Costituzione Apostolica pone fine ad un periodo di incertezza per questi gruppi che hanno nutrito speranze di nuove vie per abbracciare l'unita' con la Chiesa cattolica''. In proposito e' da sottolineare anche una battuta del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che ha tenuto a. smentire la notizia secondo la quale il primate anglicano sarebbe stato avvertito appena due giorni fa dell'iniziativa del Papa.
E a Londra, incontrando i giornalisti insieme al primate cattolico, Rowan Williams ha sottolineato oggi l'importanza di lavorare insieme con la Chiesa Cattolica: ''prima di tutto - ha scandito - voglio dire quanto sono riconoscente dell'opportunita' di essere insieme a voi, questa mattina, per commentare insieme l'annuncio che viene da Roma.
Il fatto stesso che siamo in grado di farlo, ancora una volta, insieme e' importante di per se': ci dice che gli argomenti e le domande che ogni Chiesa cristiana si trova a dover affrontare, in questo momento, riguardano in realtà tutti noi. E noi crediamo che non ci sia nulla da guadagnare nell'ottenere punti a svantaggio dell'altro o di lavorare separatamente quando si puo' lavorare insieme''.
Secondo il dottor Williams, ''il lavoro svolto dalla Commissione internazionale 'Arcic' in tanti anni, e il lavoro svolto piu' recentemente nella Commissione internazionale sull'unita' e la missione tra le nostre Chiese, e' consolidato come fondamento per la prosecuzione delle nostre relazioni''.
''Questo lavoro - ha affermato - come ama dire il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, gia' arcivescovo di Westminster, lo abbiamo ormai messo in banca. E mentre stiamo parlando, continuano i preparativi per ulteriori colloqui informali della prossima tornata di discussioni in seno alla Commissione. Ecco - ha rilevato Williams - questo e' un filone destinato a continuare''.
''Trovo molto interessante nella Costituzione proposta e nelle idee che ci sono dietro - ha rimarcato il primate Williams - che essa stessa e' un ulteriore prodotto degli anni di colloqui e preghiera che abbiamo fatto insieme.
La Costituzione rappresenta infatti il riconoscimento, cioe' che ci sono elementi del patrimonio anglicano che non rappresentano alcun problema per la Chiesa Cattolica''. Cosi' per il primate anglicano, da parte del Papa ''c'e' l'ammissione che esiste qualcosa di profondamente comune. E questo e' un aspetto per il quale dobbiamo essere riconoscenti. Penso - ha concluso l'arcivescovo di canterbury - che sia molto importante per noi, per la Comunione Anglicana, essere riconoscenti per quello che e' stato raggiunto, riconoscere che esiste la conferma di una solida eredita' comune, che la volonta' di continuare nelle nostre relazioni e nei nostri colloqui e' immutata, e quindi ammettere che non sappiamo esattamente quale sara' il risultato finale nei contesti specifici, in particolare in Inghilterra e nel Galles''.

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21/10/2009 07:18

Il Papa tende la mano agli anglicani dissidenti

Diventeranno preti cattolici (anche quelli che sono sposati). Una Costituzione Apostolica ad hoc


Giorgio Acquaviva

Roma
La Chiesa cattolica ha deciso un passo ufficiale per accogliere quella parte di clero anglicano che lascia la Chiesa d'Inghilterra perché in dissenso con le decisioni degli ultimi decenni a proposito della ordinazione di donne e omosessuali.
La novità è che saranno accettati anche chierici sposati (e vescovi, che però saranno ammessi solo come sacerdoti). Una specifica Costituzione Apostolica è stata predisposta da Papa Benedetto XVI, secondo quanto annunciato ieri dal cardinale William Levada, che aveva preso il posto del cardinal Ratzinger alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede dopo l'elezione del teologo tedesco al soglio pontificio. Non è ancora sanato lo scisma che oltre 450 anni fa divise Roma e Canterbury, ma certo è la riaffermazione di uno spirito fraterno di comprensione reciproca e della continuazione del dialogo nonostante le tensioni riattizzatesi negli ultimi tempi.
Il Primate anglicano Williams ha dichiarato che questo passo di Roma «non è un elemento di rottura». Dalla Chiesa cattolica un'opportunità, «non un atto di proselitismo».
La Comunione Anglicana – presente in tutti i continenti – ha vissuto in tempi recenti grosse difficoltà, avanzate quando alcune realtà decisero la ordinazione di sacerdoti dichiaratamente gay e la benedizione di matrimoni omosessuali. Da qui la silenziosa "migrazione" nelle braccia della Chiesa di Roma. Occorreva però rendere "ordinata" questo rientro. E ora è stata trovata la soluzione, che potrebbe costituire in futuro un modello per "fare la pace" con altre comunità cristiane separate. Si è decisa la costituzione di "ordinariati personali", in tutto simili agli Ordinariati militari, ma dotati di regole proprie, che consentirà agli ex anglicani di non dipendere dal vescovo diocesano, mantenendo una parte delle tradizioni e dei riti non in contrasto con la Chiesa cattolica.
I sacerdoti anglicani sposati potranno diventare sacerdoti cattolici, ma non potranno diventare né vescovi né ordinari. Potranno aspirare a queste cariche i sacerdoti non sposati. I seminaristi potranno concludere gli studi in seminari cattolici e la loro ordinazione sarà decisa caso per caso; volendo, potranno sposarsi.
Il numero complessivo non è molto alto; si parla di meno di 50 vescovi coinvolti, mentre gli anglicani "tradizionalisti" sarebbero mezzo milione in tutto nel mondo. In effetti la questione di una "riunione senza assorbimento" della Chiesa Anglicana in quella Cattolica non è mai scomparsa dall'orizzonte. Se ne parlò nel XIX secolo e poi, nel secolo scorso, ci furono colloqui ufficiali sull'argomento. Il Concilio Ecumenico Vaticano II dichiarò chiaramente che «tra quelle comunioni nelle quali continuano a sussistere in parte le tradizioni e le strutture cattoliche, occupa un posto speciale la Comunione Anglicana», e la Commissione internazionale anglicano-cattolica ha negli anni prodotto una seriedi documenti e dichiarazioni in vista di una piena e visibile comunione. Nel 1982 Giovanni Paolo II autorizzò l'emanazione di un "provvedimento pastorale" per favorire il passaggio di clero sposato nella Chiesa cattolica.

Lo scisma voluto da un re... innamorato

La Chiesa d'Inghilterra tra il 1529 e il 1534 ruppe traumaticamente i rapporti con Roma quando re Enrico VIII, che aveva chiesto a Papa Clemente VII di annullare il matrimonio con Caterina d'Aragona per sposare la più giovane Anna Bolena e cercare di avere quell'erede maschio che la moglie non poteva più dargli, aggirò il rifiuto papale nel modo più drastico, distaccandosi dalla confessione cattolica. Una Chiesa della casa reale, quella anglicana, che ha come Governatore supremo il sovrano d'Inghilterra da quando Enrico VIII, nel 1534 fece votare al Parlamento inglese l'Atto di supremazia, con cui si proclamò «capo supremo» della Chiesa d'Inghilterra (la guida, in realtà, seppure "non ufficialmente", è l'arcivescovo di Canterbury, attualmente Rowan Williams). Lo scisma era cominciato cinque anni prima, quando papa Clemente VII negò l'annullamento del matrimonio tra il sovrano – che nel corso della sua vita ebbe sei mogli – e Caterina d'Aragona. Da allora, Enrico VIII, con l'aiuto del primo ministro Thomas Cromwell, promulgò una serie di leggi con cui sancì il distacco da Roma, riversando il suo astio sul clero cattolico inglese, a cui inflisse "sanzioni" d'ogni tipo. La ribellione del re aprì per i fedeli inglesi un periodo di grande confusione, sballottati tra la restaurazione papale operata dalla regina Maria I Tudor, figlia cattolica di Enrico VIII e Caterina d'Aragona e il ritorno al radicalismo anglicano sancito dalla successiva regina Elisabetta I che si proclamò «Governatore supremo» della Chiesa riformata, consolidandola come religione di Stato e andando incontro alla scomunica di papa Pio V. Per quasi cinque secoli lo scisma – che fu anche il riflesso della riforma protestante – non ha accennato ad assottigliarsi. Gli anglicani fanno tuttora riferimento ai 39 articoli del "Book of Common Prayer", uscito nel 1622, non considerano l'Immacolata concezione come un dogma, non riconoscono né la supremazia né l'infallibilità del papato.

© Copyright Gazzetta del sud, 21 ottobre 2009



Non gradita, soprattutto da africani e asiatici, la scelta dell'arcivescovo di Canterbury

L'apertura ai gay ha sancito la definitiva spaccatura

Roma
Sono passati quasi 500 anni da quando Enrico VIII dichiarò l'indipendenza della Chiesa d'Inghilterra dall'autorità del Papa, ma è soltanto dopo l'ordinazione a sacerdoti e vescovi apertamente omosessuali e la benedizione di unioni matrimoniali tra persone dello stesso sesso, avvenuta negli ultimi decenni, che il solco già segnato è diventato una voragine, creando evidenti spaccature all'interno della stessa comunione anglicana.
A prendere le distanze sono stati soprattutto fedeli africani ed asiatici che nel tempo, a seguito dell'espansione dell'impero britannico e dell'apostolato missionario anglicano, avevano fatto della Chiesa riformata una realtà di dimensioni mondiali. Molti di loro, in tempi recenti, avrebbero scelto di tornare alla Chiesa cattolica, giudicata, a questo punto, più vicina alle culture autoctone. Un "ritorno" avvenuto per lo più a livello individuale ma che adesso il Papa vorrebbe aprire ad interi gruppi, regolamentandone le modalità. La Santa Sede ricorda, tuttavia, che «la questione della riunione tra anglicani e cattolici non è stata mai messa da parte». Nella metà del XIX secolo, il Movimento di Oxford,in Inghilterra, mostrò un rinnovato interesse per gli aspetti cattolici dell'anglicanesimo e all'inizio del XX secolo, un cardinale belga avviò un confronto con l'obiettivo di giungere a un anglicanesimo «riunito ma non assorbito» dalla Chiesa cattolica. La spinta all'ecumenismo emersa dal Concilio Vaticano II costituì un'altra occasione di apertura, in cui la Comunione anglicana ebbe un posto di riguardo. Una apposita commissione, la Anglican-Roman Catholic International Commission (Arcic) ha coltivato un costante, anche se non sempre facile, dialogo.
Dopo il Concilio, il primo «terremoto», con l'ordinazione di donne a sacerdoti e vescovi. «Più recentemente – osserva la Santa Sede – alcuni segmenti della Comunione Anglicana si sono allontanati dal comune insegnamento biblico circa la sessualità umana» conferendo gli ordini Sacri a preti apertamente omosessuali e benedicendo le unioni tra persone dello stesso sesso».
Una decisione mal digerita dalle frange più tradizionaliste. D'altra parte la diocesi anglicana di Amritsar, in India, e alcune singole parrocchie degli Stati Uniti sono già entrate nella Chiesa Cattolica nel quadro di un provvedimento pastorale voluto da Giovanni Paolo II nel 1982.

© Copyright Gazzetta del sud, 21 ottobre 2009
[Modificato da S_Daniele 21/10/2009 08:42]
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21/10/2009 08:44

Anglicani: anteprima della Santa Sede ai giornalisti

Inaspettata conferenza stampa con il Cardinal Levada convocata via cellulare


di Jesús Colina

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 20 ottobre 2009 (ZENIT.org).

Un SMS inviato al cellulare dei corrispondenti in Vaticano ha annunciato in modo inedito questo lunedì pomeriggio la conferenza stampa con cui la Santa Sede avrebbe rivelato questo martedì mattina nuove disposizioni di Benedetto XVI per accogliere gli anglicani che desiderano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.
E' la prima volta che si annunciava in modo così imminente un incontro con i giornalisti del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, attualmente il Cardinale William Joseph Levada.

In questo modo, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi S.I., non solo ha anticipato i mezzi di comunicazione nel dare la notizia, ma ha anche evitato interpretazioni erronee, come quelle del gennaio scorso con l'annuncio del sollevamento della scomunica ai Vescovi tradizionalisti ordinati dall'Arcivescovo Marcel Lefebvre e la polemica sul Vescovo negazionista Richard Williamson.

L'SMS faceva riferimento a un messaggio inviato per posta elettronica agli stessi giornalisti in cui si spiegava che il briefing avrebbe affrontato “un tema attinente ai rapporti con gli Anglicani” e si annunciava la presenza dell'Arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, O.P., segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Questo metodo di comunicazione si è rivelato efficace, visto che il Vaticano ha anche annunciato la notizia sulla sua pagina web (www.vatican.va), nella sezione dedicata alla Sala Stampa, ma visto che l'annuncio è stato dato alle 17.58 si correva il rischio che a quell'ora nessun giornalista entrasse nella web.
Di fronte all'avviso del Vaticano, hanno cominciato ad essere pubblicati in varie agenzie e periodici brevi articoli che in generale concordavano nell'interpretare questo messaggio come l'annuncio dell'ingresso di molti anglicani nella Chiesa cattolica, una cosa che si attendeva da più di un anno.

Le fonti, tuttavia non hanno pubblicato dati sull'imminente Costituzione Apostolica di Benedetto XVI con cui crea la figura degli ordinariati personali per accogliere gli ex fedeli anglicani, permettendo loro di mantenere le proprie tradizioni, motivo centrale del briefing. L'effetto sorpresa ha dunque funzionato.

All'inizio dell'incontro con i giornalisti, padre Lombardi, presentando il Cardinal Levada e l'Arcivescovo Di Noia, ha riconosciuto con un sorriso che questa volta la Sala Stampa ha anticipato i media.
Alcune ore dopo, immagini di questo incontro venivano trasmesse su Internet sul canale vaticano di Youtube (
http://www.youtube.com/vatican).

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21/10/2009 08:45

La Chiesa cattolica accetta l'adesione di molti fedeli anglicani

Si creeranno ordinariati personali e conserveranno le loro tradizioni anglicane


di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 20 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

La Santa Sede ha annunciato questo martedì nel corso di una conferenza stampa la prossima pubblicazione di una Costituzione Apostolica di Benedetto XVI con cui la Chiesa cattolica accetta la richiesta di molti Vescovi, sacerdoti e fedeli anglicani di entrare in comunione piena e visibile.

Questa disposizione risponde alla domanda di adesione di un gran numero di anglicani (si è reso noto che tra 20 e 30 Vescovi hanno chiesto di entrare nella Chiesa cattolica) insoddisfatti per alcune modifiche realizzate all'interno di questa Comunione, tra cui l'ordinazione di donne al sacerdozio e all'episcopato, l'ordinazione di chierici omosessuali e la benedizione di coppie dello stesso sesso.

Nuova struttura

Durante l'incontro con i giornalisti, che ha avuto luogo nella Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha spiegato le ragioni di questa misura da parte della Chiesa cattolica.

“Gli anglicani che si sono messi in contatto con la Santa Sede hanno espresso chiaramente il loro desiderio per una piena e visibile comunione nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Nel contempo ci hanno parlato dell’importanza delle loro tradizioni anglicane relative alla spiritualità e al culto per il proprio cammino di fede”, ha detto il porporato.

Dopo la pubblicazione della Costituzione Apostolica, annunciata nella conferenza stampa per “i prossimi giorni”, il Papa introdurrà “una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l’istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano”.

La figura degli ordinariati personali, che non dipendono dalle Diocesi, ricorda quella della “prelatura personale” (l'unica che esiste è l'Opus Dei) o i vicariati castrensi (Diocesi senza territorio in cui un Vescovo rappresenta l'autorità ecclesiastica per i militari o le forze dell'ordine cattolici e le loro famiglie, indipendentemente da dove si trovino).

La Costituzione Apostolica stabilisce che l'ordinario, il superiore, “possa essere o un sacerdote o un Vescovo non sposato” (i Vescovi anglicani che bussano alle porte della Chiesa cattolica in genere sono sposati).

Gli ex anglicani che vogliono aderire pienamente alla Chiesa faranno parte di questa struttura canonica, che avrà un proprio Vescovo e i propri sacerdoti, seminaristi e fedeli.

Sacerdoti sposati?

Tra gli adattamenti alla tradizione anglicana, la nuova Costituzione permetterà ai pastori anglicani sposati di diventare sacerdoti all'interno della Chiesa cattolica insieme alla moglie e alla famiglia.

Questa eccezione era già stata permessa dal 1994 quando, dopo la prima ordinazione di donne nella Chiesa anglicana, vari sacerdoti di questa confessione chiesero l'adesione alla Chiesa cattolica mantenendo il loro stato clericale, che venne concessa loro in modo individuale.

Da parte loro, i Vescovi sposati anglicani saranno accolti nella Chiesa cattolica, ma in qualità di presbiteri. Questa misura, secondo il Cardinale Levada, si applica per “motivi storici ed ecumenici”, perché per tradizione il ministero episcopale è legato al celibato.

Il Cardinale non è stato esplicito, ma secondo il costume i pastori anglicani accolti nella Chiesa come sacerdoti ricevono l'ordinazione sacerdotale da un Vescovo cattolico.

Visto che questo implicherà il fatto che questi ex pastori anglicani, entrando nella Chiesa cattolica, diventino sacerdoti cattolici sposati, alcuni giornalisti hanno chiesto al Cardinal Levada se questa misura non creerà confusione nella Chiesa cattolica di rito latino, dove il sacerdozio è legato al celibato.Il porporato statunitense ha spiegato che la nuova struttura canonica permette questa eccezione, dovuta alla fede sincera di questi fedeli di origine anglicana, e ha considerato che se sarà spiegata correttamente verrà compresa da tutti i fedeli della Chiesa.


[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]
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21/10/2009 08:46

Arcivescovo di Canterbury: il passaggio di oggi, frutto dell'ecumenismo

Si dice d'accordo con la soluzione adottata dalla Santa Sede



LONDRA, martedì, 20 ottobre 2009 (ZENIT.org).-
 
L'Arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d'Inghilterra, Rowan Williams, si è mostrato a favore della creazione di una struttura canonica particolare rivolta agli anglicani che vogliono aderire alla fede cattolica.

Lo ha affermato in una dichiarazione congiunta con l'Arcivescovo cattolico di Westminster, Vincent Gerard Nichols, diffusa simultaneamente a Londra e in Vaticano quando è stata annunciata la prossima pubblicazione di una Costituzione Apostolica per la creazione di un “Ordinariato Personale” che permetterà ai membri della Chiesa anglicana che lo desiderano di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica conservando alcuni elementi del patrimonio e della liturgia della tradizione anglicana.

Secondo la dichiarazione, questo annuncio pone fine “a un periodo di incertezza per questi gruppi che hanno nutrito speranze di nuove modalità per ottenere l'unità con la Chiesa cattolica”.

“La Costituzione apostolica è un ulteriore riconoscimento della sostanziale coincidenza nella fede, nella dottrina e nella spiritualità della Chiesa cattolica e della tradizione anglicana”, indicano i due presuli.

“Senza i dialoghi degli scorsi quarant'anni, questo riconoscimento non sarebbe stato possibile né si sarebbero nutrite speranze di unità piena e visibile”, aggiungono.

In questo senso, prosegue il comunicato, “questa Costituzione apostolica è una conseguenza del dialogo ecumenico fra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana”.

“Il dialogo ufficiale in corso fra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana offre la base per una cooperazione permanente”. “Con la grazia di Dio e la preghiera siamo determinati a far sì che il nostro continuo impegno reciproco e le nostre consultazioni su queste e su altre materie continuino a essere rafforzati”.

“Questa stretta cooperazione proseguirà man mano che cresceremo insieme nell'unità e nella missione, nella testimonianza del Vangelo nel nostro Paese e nella Chiesa in generale”, conclude il comunicato.

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21/10/2009 11:08

Lo scisma sanato e il primato di Pietro

di Rocco Buttiglione

Passi avanti decisivi tra cattolici e anglicani, con la Costituzione apostolica che il Papa ha preparato. Più che ricomporre uno scisma, però, si traggono le conseguenze di un altro scisma, in questo caso a vantaggio della Chiesa cattolica anche se in accordo con la Comunità anglicana.
Vantaggio non solo perché si spalancano le porte al ritorno di milioni di fedeli con i loro sacerdoti, ma soprattutto perché si conferma che la linea vincente e coerente è quella seguita da Roma. La volontà di fare tutti i passi necessari per permettere agli anglicani di aderire al cattolicesimo ha in realtà una storia lunga, che risale addirittura all'Ottocento, con un gigante come il cardinal John Henry Newman.
Almeno da allora e dal suo "Movimento di Oxford", che affrontava i temi che ancora oggi sono centrali nella questione. Newman infatti contrastava l'ascesa del liberalesimo e dell'illuminismo all'interno della Chiesa anglicana, e voleva collocarla in una via intermedia fra quelli che riteneva gli eccessi del luteranesimo da un lato e del cattolicesimo dall'altro. Nel corso dell'approfondimento del suo pensiero, però, e in particolare con i suoi studi sulle origini del cristianesimo, il futuro cardinale scelse di abbracciare del tutto la fede romana divenendone un importante teologo e filosofo.
Newman in qualche modo anticipò i tempi, e forse per questo un vasto numero di anglicani che apprezzava le sue idee non se la sentì infine di fare il passo ultimo. Altri importanti personaggi han- no seguito nei decenni successivi lo stesso percorso, trattandosi perlopiù ancora di conversioni isolate.
Negli ultimi anni però si è mosso qualcosa di più, e la percezione che una grande quantità di anglicani potessero tornare alla Chiesa di Roma era sempre più forte, anche sotto la spinta di due elementi potenti e di natura opposta: da un lato il grande fascino esercitato dalla figura di Giovanni Paolo II e dalla sua dolce fermezza, dall'altra le crescenti pulsioni "moderniste" che attirano una minoranza ma allontanano molti fedeli. Arriva a proposito l'iniziativa del Vaticano, che con prudenza e senza fretta ha però lavorato per rimuovere gli ostacoli formali che ancora si frapponevano all'abbraccio. Storicamente nella Chiesa anglicana c'era una distinzione tra la cosiddetta High Church e la Low Church. La prima credeva nella gerarchia episcopale e nell'Eucaristia, e di fatto solo ragioni disciplinari la separavano dalla Chiesa cattolica. La Low Church invece era molto più sensibile alle influenze protestanti, anche in teologia. Questa stessa distinzione storica è stata però superata e sostituita soprattutto da una nuova distinzione interna alla Chiesa anglicana. Da una parte quei settori che hanno ceduto di schianto all'ondata secolarista, e hanno adottato un orizzonte trascendentale dell'uomo moderno all'interno del quale, a loro avviso, è il cristianesimo che va ripensato e aggiornato, e persino amputato di tutte quelle parti che non rientrano in questo orizzonte. Dall'altra parte chi invece pensava che è il cristianesimo a fondare la storia, e che è la fede a costituire l'umanità piena, cui l'uomo è naturalmente chiamato ad aderire. Per questi ultimi la Chiesa è depositaria della fede ultima, e non deve dunque modernizzarsi né seguire gli umori dei tempi, ma al contrario deve mantenere vivi e puri gli insegnamenti di Cristo. La linea che impropriamente diciamo modernista ha avuto i suoi inizi, come abbiamo visto, già nel diciannovesimo secolo, sull'onda dell'illuminismo e del liberalesimo. Ma ha poi avuto un impulso nuovo e trainante nel secondo dopoguerra, con la secolarizzazione avanzante sull'onda di rinnovate ideologie. Negli ultimi decenni gli elementi importanti che hanno penetrato quella parte di Chiesa anglicana ed episcopale che più ha adottato questo orizzonte sono stati prima il femminismo, poi l'avanzata del movimento omosessuale, tanto da arrivare all'ordinazione delle donne e ora dei gay. Questo che è sentito come un progresso da parte di alcuni anglicani, è invece una situazione fortemente avversata da un'altra parte dei fedeli e del clero. Possiamo anzi dire che è fermamente contraria a tali sviluppi la parte più viva della chiesa anglicana, che è quella nelle terre di missione, specialmente in Africa. Un esempio su tutti la Nigeria. D'altro canto la posizione più progressista pur godendo di migliore stampa in realtà ha la maggioranza sì negli Stati Uniti, ma non certo incontrastata. E ancora più esile è la maggioranza modernista in Gran Bretagna, dove anzi forse questa maggioranza proprio non esiste: mi sembra piuttosto che si affrontino due minoranze divise da una maggioranza ondeggiante e incerta tra la posizione modernista e quella tradizionale. Questi balzi in avanti di una parte della Chiesa anglicana e episcopale all'inseguimento dei temi più alla moda, per quanto riguarda donne, omosessuali ma anche altri temi ad esempio di bioetica, hanno provocato la reazione del resto dei fedeli, alcuni dei quali già sono passati individualmente ad altre confessioni, perlopiù quella cattolica. E negli ultimi anni più volte si è affacciata l'ipotesi di un grande scisma tra gli anglicani, uno scisma che di fatto già esiste specie tra le diverse chiese nazionali.
In questo contesto si inserisce la presa di posizione della Chiesa cattolica che spalanca le sue porte a chi voglia rimanere nell'alveo della tradizione cristiana, senza andare a fondare una ulteriore nuova confessione. Riunificazione resa possibile anche dalle scarse differenze originarie in ambito teologico. Fondamentale per questo è stata la figura di Giovanni Paolo II e la forza di attrazione della sua personalità, che è stata capace di mostrare un cuore grande, aperto al mondo e alla comprensione dei tempi di oggi senza cedere minimamente alle tendenze alla moda, mantenendosi saldamente fermo sulle posizioni storiche del cristianesimo in tutti i temi più sensibili. Giovanni Paolo II, e oggi Benedetto XVI, e la fermezza della Chiesa cattoli a sui princìpi, esercitano una grandissima attrazione sui cristiani nei Paesi in via di sviluppo ma anche negli Stati Uniti. Anche perché proprio negli Usa come in Europa è risultato evidente che la scelta della linea della secolarizzazione ha portato quasi all'estinzione quelle che vengono dette le Main Stream Churches, cioè le chiese protestanti originarie e principali, come i luterani, i metodisti, gli stessi episcopali. Quanto più hanno voluto adattare Dio al loro orizzonte trascendentale dell'uomo moderno tanto più si sono allontanate da Dio, e di conseguenza gli uomini si sono allontanati da loro. D'altro canto negli Stati Uniti per contrasto sono cresciuti enormemente i movimenti evangelici, i quali hanno reagito a questa linea di secolarizzazione. Una reazione probabilmente avvenuta in modo eccessivo, incentrata su un letteralismo biblico che a volte spinge agli eccessi opposti. Anche da questo dato di fatto della predilezione dei fedeli per gli evangelici alcuni anglicani e altri protestanti hanno cominciato a ripensare le loro scelte e hanno avviato una inversione di rotta, riportando la centro la fedeltà a Cristo come incontro e la tradizione della Chiesa. In tal senso segnalo tra i primi il mio amico luterano Richard John Neuhaves.
E a questo punto val la pena di segnalare un fenomeno parallelo a quello anglicano anche proprio fra quegli evangelici che pure non sono in crisi. Ciononostante anche loro hanno fortemente sentito il fascino di Giovanni Paolo II per la libertà e la grandezza con cui ha difeso la vita e la morale cristiana davanti all'ondata di secolarizzazione. Questa fermezza dal cuore aperto è la chiave attraverso cui la Chiesa può prepararsi ad accogliere il ritorno di molti fedeli, da "destra" e da "sinistra", e il lavoro con gli anglicani lo conferma. Opportuna e non nuova la scelta di creare un canale speciale con gli ordinariati personali, e potrebbe essere il caso di pensare a un rito anglicano apposito per i neoconvertiti, sul modello di quello che esiste per gli uniati e gli orientali: i fedeli riconoscono l'autorità papale, i dogmi e il catechismo cattolico, ma seguono alcune loro particolarità non fondamentali ai fini della fede, ad esempio nella liturgia oppure nell'accoglienza di sacerdoti anglicani sposati.

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21/10/2009 11:19

TAC: la risposta ufficiale al Santo Padre il Papa.

L'offerta è per tutti gli Anglicani ma la TAC risponde per prima.
.
Ora pro eis


Il Primate della TAC (Traditional Anglican Communion) John Hepworth ha diramato questa risposta ufficiale "a caldo" all'annuncio delle strutture ecclesiastiche che il Papa ha voluto predisporre per il ritorno dei vari gruppi anglicani che cercano l'unità con la Sede di Pietro.

*
Ho trascorso questa sera, parlando a vescovi, sacerdoti e laici della Traditional Anglican Communion in Inghilterra, Africa, Australia, India, Canada, Stati Uniti e Sud America.

Siamo profondamente commossi dalla generosità del Santo Padre, Papa Benedetto XVI. Egli offre con una Costituzione Apostolica le modalità per i "fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica". Egli auspica che si possa trovare
"in questa struttura canonica l’opportunità di preservare quelle tradizioni anglicane che sono preziose per noi e conformi con la fede cattolica".
Poi calorosamente afferma: "siamo pertanto felici che questi uomini e donne offrono i loro contributi particolari alla nostra comune vita di fede".

Vorrei in primo luogo affermare che questo è un atto di grande bontà da parte del Santo Padre. Ha dedicato il suo pontificato alla causa dell'unità. Questo va al di là dei sogni che abbiamo osato includere nella nostra richiesta di due anni fa. Va al di là delle nostre preghiere. In questi due anni, siamo diventati molto consapevoli delle preghiere dei nostri amici nella Chiesa cattolica. Forse le loro preghiere osato chiedere ancora di più di quanto abbiamo fatto noi.

Mentre attendiamo il testo integrale della Costituzione apostolica, siamo anche toccati dalla natura pastorale della Nota pubblicato oggi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. I miei confratelli vescovi hanno davvero firmato il Catechismo della Chiesa Cattolica e hanno fatto una dichiarazione circa il ministero del Vescovo di Roma, che riflette le parole del Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera "Ut Unum Sint".

Altri gruppi anglicani hanno espresso alla Santa Sede un simile desiderio e una simile accettazione della fede cattolica. Come il cardinale Levada ha indicato, la presente risposta alle richieste anglicane è di carattere globale. Sarà ora compito di questi gruppi stabilire una stretta cooperazione, perfino dove tali gruppi travalicano i confini della Comunione anglicana.

Fortunatamente, la dichiarazione dell'arcivescovo di Canterbury riflette la comprensione che abbiamo ottenuto da lui che non si mette di traverso a sbarrare la strada, e comprende le decisioni che abbiamo raggiunto. Sia la sua reazione che la nostra richiesta sono frutto di un secolo di preghiera per l'unità dei cristiani, una causa che molte volte deve esser sembrata disperata. Esprimiamo la nostra gratitudine all'Arcivescovo Williams e gli abbiamo regolarmente assicurato le nostre preghiere. La Sede di S. Agostino rimane un punto focale del nostro cammino, come fu nelle passate epoche della fede.

Ho preso un impegno per la Traditional Anglican Communion che cioè le risposte alla Santa Sede saranno adottate da ciascuno dei nostri sinodi nazionali. A Roma hanno già approvato il nostro percorso. Ora la Santa Sede ci stimola a cercare nelle strutture specifiche che sono adesso a disposizione la "piena e visibile unità, in particolare la comunione eucaristica", per la quale abbiamo pregato a lungo e di cui abbiamo a lungo sognato. Questo cammino inizierà subito.

Nella preghiera mattutina dell'Ufficio anglicano, il grande inno di ringraziamento, il Te Deum, fa parte dell'ordinario quotidiano. E' con sincero ringraziamento a Dio Onnipotente, Signore e la fonte di ogni pace e unità, che quest'inno è oggi sulle nostre labbra. Questo è un momento di grazia, forse anche un momento della storia, non perché il passato è annullato, ma perché il passato è trasformato.

Londra, 20 ottobre 2009.
John Hepworth
Primate della Traditional Anglican Communion

***

Per la fonte originale clicca qui. Da quello che ho potuto leggere in giro, anche qui, la posizione di questo "arcivescovo" è particolarmente difficile. Lui personalmente non ha molto da guadagnare, in termini umani, nel ritorno a Roma. Per lui infatti è un ritorno, visto che era cattolico di Adelaide e prete validamente ordinato, poi ha lasciato la Chiesa romana per sposarsi, si è fatto anglicano e ministro della chiesa d'Australia, ha poi divorziato e si è risposato. Eletto quindi vescovo e primate ha pian piano maturato che, come il figlio prodigo, non ha trovato ciò che cercava nella nuova chiesa, anzi! E ora chiede di tornare a casa. Il suo è uno di quei casi molto difficili da gestire. Di sicuro non potrà più essere ministro nella chiesa cattolica. Per quanto riguarda il suo status matrimoniale è tutto da vedere, visto che - a parte le questioni morali - canonicamente al massimo solo il suo secondo matrimonio è valido (il primo no, perchè come prete cattolico l'attentato matrimonio rendeva invalido il sacramento, mentre dopo "l'apostasia" non era più tenuto alla forma canonica per contrarre un matrimonio naturalmente valido). (A.R.)


Fonte Cantuale Antonianum a cui RS si unisce nella gioia di questo grande annuncio. In tale occasione vogliamo riproporre ai lettori le puntate che l'anno scorso dedicammo proprio ai Ritualisti Anglicani:
"Quell'insopprimibile tentazione di rimanere cattolici: i dietro le quinte della Grazia nella recente storia d'Inghilterra, ovvero John Henry Newman, la liturgia cattolica e quei gran bravi ragazzi dei Ritualisti anglicani" tratto da C. Lovera di Castiglione "Il movimento di Oxford", Morcelliana, Brescia 1935.

Fonte

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21/10/2009 14:49

Il disarmo tra le Chiese può passare anche dal celibato

di Luigi Accattoli

L’indebolimento delle Chiese facilita la loro intesa o almeno impone un reciproco disarmo: potrebbe essere questa la «morale» di quanto annunciato ieri dalla Comunione Anglicana e dalla Chiesa di Roma.
Per la prima volta nella storia delle grandi comunità cristiane, alcuni spezzoni di una passa a un’altra senza scomuniche.
La decisione di creare particolari comunità per accogliere i fuoriusciti anglicani che si fanno cattolici - soprattutto perché non sono disposti ad accettare le donne vescovo - è del Papa e non è ovviamente il frutto di un accordo tra le due Chiese. È evidente il momento difficile che vivono gli anglicani e che li costringe a fare buon viso a questa perdita di preti, vescovi e battezzati.
Ma c’è un accordo sostanziale tra le massime istanze delle due Comunioni per non considerare questo evento come un intralcio al loro «dialogo» in vista dell’unione: e questo è il secondo significato di quanto annunciato ieri.
Non solo non volano scomuniche, ma si assicura che l’impegno all’avvicinamento reciproco continuerà. È questa considerazione consensuale su un fatto oggettivamente traumatico a costituire una sorpresa e a dirci che per il futuro dovremo abituarci a confini confessionali meno rigidi e alla nascita di formazioni intermedie e miste tra le Chiese storiche.
Avremo infatti - in questo caso - non anglicani divenuti cattolici, ma «fedeli anglicani di rito cattolico» che sono una totale novità: essi infatti mantengono i loro «libri di preghiera» e le vesti e le consuetudini e le regole di vita proprie dell’anglicanesimo, tutte le volte che non contrastano con elementi fondamentali della disciplina cattolica.
Meno rilevante - per gli osservatori - è l’implicazione celibataria di questa decisione: che i sacerdoti
anglicani passati al cattolicesimo venissero ammessi al sacerdozio cattolico anche se sposati non è una novità. Ma qualcosa di nuovo si avrà su questo fronte con il passare del tempo, quando cioè arriveranno a essere ordinati i «seminaristi» anglicani già sposati che ora passano al cattolicesimo.
È stato detto ieri che sulla loro ordinazione si deciderà «caso per caso». Ma ogni caso - c’è da scommettere - farà notizia.

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21/10/2009 19:35

le reazioni

La stampa inglese parla di nuova era


DA LONDRA

ELISABETTA DEL SOLDATO

La stampa britannica ha commentato ampiamente l’iniziativa del Vaticano nei confronti degli anglicani. «È l’ini­zio di una nuova era – titolava ieri il quoti­diano The Daily Telegraph sul suo sito.
Il Papa apre le porte di Roma agli anglicani di­sillusi» .
Il giornalista Damian Thompson ha aperto l’articolo sostenendo che si tratta di «una notizia stupefacente» e continua par­lando di « iniziativa storica» .
«Siamo di fron­te – scrive – a una decisione di suprema au­dacia e generosità da parte di papa Bene­detto XVI. Le implicazioni di questo annun­cio avranno bisogno del loro tempo per es­sere completamente assorbite ma credo che questo sarà un giorno di gioia per i conser­vatori anglo- cattolici e i loro amici cattolici in tutto il mondo» .
Sul Guardian Riazat Butt sottolinea invece come ora a migliaia potranno abbracciare la Chiesa cattolica.
«Sarà la prima volta dalla Riforma nel sedicesimo secolo che intere co­munità protestanti saranno riunite con Ro­ma» . E continua: « Il primo gruppo che con ogni probabilità farà uso delle nuove regole sarà la Traditional Anglican Community (Tac) che si è distanziata dal resto della Co­munione anglicana nel 1991 e che può con­tare su più di 500mila esponenti in tutto il mondo» .
Ma non saranno gli unici, sostiene il quotidiano: «Da molto tempo i tradizio­nalisti anglicani minacciano di lasciare la Chiesa d’Inghilterra a causa dell’ordinazio­ne delle donne e degli omosessuali» .
La pensa allo stesso modo Robert Pigott del­la Bbc secondo cui la decisione di Roma è frutto delle « divisioni all’interno della Co­munione anglicana globale dove alcuni e­sponenti sono diventati disillusi in seguito all’elezione di vescovi apertamente gay e al­la benedizione di unioni dello stesso sesso» .
E, prosegue Pigott, «c’è stato inoltre molto di­saccordo negli ultimi anni sull’ordinazione delle donne».
Ruth Gledhill del The Times si è concentra­to invece soprattutto sulla lettera inviata da Rowan Williams ai fedeli anglicana in cui il leader della Chiesa d’Inghilterra si scusa di non aver avuto «l’opportunità di informar­vi prima » aggiungendo di essere stato egli stesso « informato dell’annuncio molto tar­di».
«Nonostante Williams sapesse che Roma stava considerando l’argomento – aggiunge la Gledhill –, fino a due settimane fa ignora­va la natura radicale delle proposte di Ro­ma» .
Ma per il Telegraph « La Chiesa cattolica ha tutte le giustificazioni ad agire come ha agi­to» .
«Potete immaginare – si domanda Thompson – la confusione e le voci fuor­vianti » che si sarebbero moltiplicati «se i ve­scovi anglicani di tutto il mondo fossero sta­ti informati con mesi di anticipo?» .

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21/10/2009 19:37

LA SCONFITTA DI ENRICO VIII

Luca Volontè

Questo Papa è un Buon Pastore,come affermato nella sua recente
Enciclica, afferma la Verità e perciò è capace di Carità.
Era il gennaio scorso quando, con un seguito di polemiche e a causa di disattenzioni nell’uso di internet, il Pontefice diede il proprio consenso a riaprire il percorso di ‘rientro’ dei lefevriani nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Ieri un’altra bella notizia, da tempo auspicata e sulla quale nel recente passato erano affiorate positive indiscrezioni, gli anglicani tornano ‘cattolici’. Almeno una parte dello scisma che divide la Chiesa anglicana da quella di Roma, si chiudera'. Una parte dei sacerdoti, vescovi e fedeli appartenenti alla Chiesa d' Inghilterra, che e' diffusa in tutti i continenti, entrera' in comunione con il Papa e anche i sacerdoti anglicani sposati potranno diventare cattolici.
La forma canonica, entro la quale verranno incardinate le comunita' anglicane, si chiama dell'Ordinariato personale, ed è simile a quella che nei singoli Paesi curano i fedeli delle forze armate nazionali.
Il Papa è attento a tutto e tutto ciò che è buono,bello e vero viene valorizzato nella Chiesa cattolica. Perciò, “la Costituzione Apostolica cerca di creare un equilibrio tra l'interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale da una parte, e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa cattolica''.
Questo evento straordinario nella storia della cristianità è scaturita certamente anche dall’ordinazione di donne e omosessuali come sacerdoti e vescovi.
Una frattura irrimediabile all'interno della Comunione anglicana che ha prodiotto l’incontro e l’accoglienza reciproca.
Quello fra la Chiesa cattolica e la Chiesa d'Inghilterra del resto e' una storia antica. Sin dal secolo XVI infatti, quando il Re Enrico VIII dichiaro' l' indipendenza della Chiesa d'Inghilterra all'autorita' del Papa, la Chiesa d'Inghilterra creo' le proprie confessioni dottrinali, usanze liturgiche e pratiche pastorali, incorporando spesso idee della Riforma avvenuta sul continente europeo. Una vera e propria applicazione del principio totalitario, Cesare e Dio nelle stesse mani. Un passo intermedio alla riunificazione avviata ieri, c’era stato nel 1982 con l’approvazioni di Giovanni Paolo II del provvedimento pastorale che favorì l’entrata di una diocesi anglicana in India e di talune comunità negli Usa.
Ha ben detto il Card. Levada,”l'unione con la Chiesa non richiede l'uniformita' che ignora le diversita' culturali, come dimostra la storia del cristianesimo.
La nostra comunione e' quindi rafforzata da simili diversita' legittime, e siamo pertanto felici che questi uomini e donne offrono i loro contributi particolari alla nostra comune vita di fede”. Il vero, il buono e il bello, una tradizione della Chiesa cattolica, un altro passo storico che avviene sotto la guida certa e accogliente di Papa Benedetto XVI, il Buon Pastore.
Taluni potranno prender spunto da questa notizia di immensa gioia per tutti i fedeli, per ricominciare la polemica ritrita sul celibato dei sacerdoti cattolici,sarebbe l’ennesima dimostrazione di non voler capire e apprezzare un gesto storico fondamentale, per la Chiesa e per l’intera umanità.
Cinquecento anni dopo il ‘lupo ossessionato’, Enrico VIII , ha trovato la sua sconfitta nelle braccia accoglienti dell’agnellino Benedetto XVI.

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21/10/2009 19:38

ANGLICANI: MONS. FALEY (INGHILTERRA), “IMPOSSIBILE DIRE CHE COSA SUCCEDERÀ”

Ci vorrà tempo per valutare la ricaduta sulle realtà territoriali della
Costituzione Apostolica che apre le porte della Chiesa cattolica agli anglicani che ne fanno richiesta.
“E’ impossibile in questo momento dire che cosa succederà”, dice mons. Andrew Faley, segretario generale per gli affari ecumenici della Conferenza episcopale inglese, illustrando al Sir i dettagli del nuovo provvedimento.
”Ci vorranno settimane – aggiunge - prima che la Costituzione apostolica venga pubblicata e i dettagli delle varie norme non saranno chiare fino a che i vari gruppi di anglicani che vogliono diventare cattolici avranno contattato la Santa Sede e definito, attraverso discussioni, le modalità con le quali verranno accolti”. Sul numero degli anglicani che hanno fatto richiesta di entrare nella Chiesa cattolica e sulla organizzazione dei vescovi, mons. Faley risponde di non poter commentare “perché – spiega - questi gruppi anglicani hanno trattato con la Santa Sede in modo autonomo. Soltanto quando avranno raggiunto un accordo con Roma, la Santa Sede farà sapere alle Conferenze episcopali dei vari paesi quali sono le modalità della nuova Costituzione e che impatto avrà l’arrivo degli anglicani”.
La Santa Sede ha sempre mantenuto la porta aperta a cristiani di qualsiasi chiesa che volessero diventare cattolici”.
Anche mons. Faley conferma che il provvedimento è frutto di un lungo dialogo ecumenico.
Le due Chiese commenta – “sono sempre state molto vicine dal punto di vista teologico e dottrinale”. E riguardo al futuro del dialogo, aggiunge: “Il primate cattolico Vincent Nichols e quello anglicano Rowan Williams hanno chiarito, durante la conferenza stampa, che non cambierà nulla.
Il dialogo ecumenico continuerà come negli ultimi quarant’anni”. Nell’intervista, mons. Faley affronta anche la questione dei pastori anglicani sposati che diventeranno sacerdoti cattolici. “I pastori anglicani sposati che sono diventati sacerdoti cattolici – risponde - sono stati fino ad oggi ben accolti dalle parrocchie cattoliche e sono rispettati e benvoluti.
Se diventeranno cattolici insieme alle loro parrocchie allora potranno decidere di servire i loro stessi parrocchiani secondo forme della liturgia anglicana. Potrebbero anche scegliere di lavorare come sacerdoti all’interno delle parrocchie cattoliche e questo non sarà un problema”.

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21/10/2009 19:41

Retroscena della decisione papale sugli anglicani

Quel diavolo di un Thompson del Telegraph, sempre pronto a pungere sia Roma che Londra, svela qualche retroscena in più sulle agitazioni che hanno preceduto la decisione papale dell'apertura alla riconciliazione "massiccia" degli anglicani. La conferenza stampa imbarazzante fra Nichols e Williams a Londra e la risposta secca dell'Arcivescovo di Canterbury che dice di aver saputo due settimane fa della Costituzione Apostolica, mi pare confermino in pieno quello che ci viene vociferato. Non parliamo poi dei mal di pancia del Card. Kasper.

A quanto pare, da parte di una fonte romana ben informata, sia Lambeth Palace (cioè la Chiesa Anglicana) sia membri del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani si sono "implacabilmente opposti" al colpo di scena della nuova sistemazione per gli anglicani escogitata da Papa Benedetto XVI. La fonte riporta anche voci secondo cui l'arcivescovo Rowan Williams avrebbe esercitato pressioni sugli ecumenisti del Vaticano per fermare l'approvazione della Costituzione Apostolica. Per quanto ne so, è riuscito a convincere il cardinale Kasper, capo del Pontificio Consiglio, che non era una buona idea. Ma questo fascicolo è stato tolto dalle mani di Kasper molto tempo fa, anzi, sembra quasi che il cardinale fosse semplicemente "informato" ciò che stava accadendo alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Gli ecumenisti professionisti su entrambi i lati hanno avuto decenni per fare le cose giuste. Hanno incasinato tutto. Così ora Papa Benedetto XVI ha aperto un'altra autostrada verso l'unità: una bretella ad alto scorrimento.

Anche
Querculanus ha qualcosa da dire a proposito di "assenze brillanti" alla conferenza stampa vaticana e rimostranze varie....

Fonte
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Vaticano/ 'Times': Roma punta carri armati su primate anglicano

Williams: Sono stato avvertito all'ultimissimo momento


Con la decisione di accogliere i tradizionalisti anglicani, il Vaticano "ha parcheggiato i suoi carri armati nel giardino dell'arcivescovo di Canterbury", il primate anglicano Rowan Williams, secondo il quotidiano britannico 'Times'.
Per il 'Times' l'annuncio vaticano ha suscitato "smarrimento" tra gli anglicani.
"E' stato lasciato alla National Secular Society (una 'lobby' atea, ndr.) di dire pubblicamente quello che molti anglicani ammetterebbero solo privatamente.
'E' un colpo mortale all'anglicanesimo che inevitabilmente limiterà il ruolo di Chiesa di Stato, poiché essa si riduce ancora e diviene sempre più irrilevante.
Rowan Williams - secondo l'opinione riportata dal 'Times' - ha tristemente fallito nella sua ambizione di evitare lo scisma. Il suo rifiuto di assumere una posizione morale di principio contro il bigottismo ha ridotto la Chiesa a brandelli". Secondo il 'Times', inoltre, "la mossa del Papa danneggerà il dialogo (ecumenico) e indebolirà la Chiesa d'Inghilterra".
In una lettera ai vescovi della Chiesa anglicana britannica, Rowan Williams afferma: "Mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di avvertirvi prima. Io sono stato informato di questo annuncio programmato all'ultimissimo momento, e attendiamo il testo della Costituzione apostolica e il suo codice di applicazione nelle prossime settimane". Il primate anglicano esprime la speranza di "evitare ogni confusione o travisamento".

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Vaticano, Times: Papa punta carri armati su primate anglicano

Roma, 21 ott (Velino)

Con la decisione di accogliere i tradizionalisti anglicani, il Vaticano “ha parcheggiato i suoi carri armati nel giardino dell’arcivescovo di Canterbury”, il primate anglicano Rowan Williams: lo scrive il quotidiano londinese “Times”. Per il quale la Costituzione apostolica annunciata ieri e in uscita a breve “è un duro colpo ai tentativi dell’arcivescovo di Canterbury di salvare la Comunione anglicana da un’ulteriore frammentazione” e “minaccia di distruggere decenni di dialogo ecumenico”. Molti anglicani avrebbero addirittura “chiesto le dimissioni di Williams”, accusato di aver “capitolato di fronte al Vaticano”.
In una lettera ai vescovi della Chiesa anglicana britannica, Rowan Williams afferma: “Mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di avvertirvi prima.
Io sono stato informato di questo annuncio programmato all’ultimissimo momento, e attendiamo il testo della Costituzione apostolica e il suo codice di applicazione nelle prossime settimane”.
Anche se in Vaticano tendono a smorzare sul nascere la polemica, secondo il quotidiano il primate anglicano sarebbe stato informato ufficialmente solo nello scorso week-end, quando il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, si è recato a Londra.
Il “Times” riferisce inoltre che “uno dei risultati” prodotti da questa mossa del Vaticano è l’anticipazione delle ordinazioni di donne vescovo nella Chiesa d’Inghilterra.
Infatti “il Parlamento e il Sinodo Generale non autorizzeranno più le strutture giuridiche a ‘salvaguardare’ gli oppositori all’ordinazione delle donne, se la Chiesa di Roma offre una porta aperta con la benedizione dell’arcivescovo di Canterbury”.
Williams sarà a Roma il prossimo mese - informa il quotidiano, pur senza specificare il motivo -, mentre Benedetto XVI si recherà in Inghilterra il prossimo anno, con ogni probabilità a settembre. Poteva essere quello - suggerisce il “Times” - il momento che avrebbe potuto scegliere per “collegare” le nuove strutture (gli ordinariati personali, previsti per i gruppi convertiti dall’anglicanesimo) al più noto anglicano convertito al cattolicesimo, il cardinale John Henry Newman, che dovrebbe essere beatificato proprio l’anno prossimo.

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=975126#news_id_975126
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21/10/2009 20:41

Ma chi sono questi anglo-cattolici che chiedono di passare il Tevere?

Sono quella grossa fetta di Anglicani che durante la seconda metà del XIX sec. si sono sempre più riavvicinati, nella teologia e nella liturgia, alla Chiesa Cattolica. Il caposquadra di questo movimento, nato a Oxford, è come tutti sanno John Henry Newman, presto Beato Newman. Ad un certo punto della sua vita non resistette e dovette farsi cattolico.

Anche dopo la perdita dell'autorevole esponente, il movimento di Oxford continuo, con Pusey. Costoro erano convinti della possibilità di una maggiore vicinanza (e forse di un ritorno) con i cattolici, e furono perciò denominati anglo-cattolici, perché cercavano di far approvare modifiche dottrinali in tal senso. Nel 1850, papa Pio IX, ritenendo che il momento favorevole al ripristino della gerarchia cattolica in Inghilterra fosse giunto (ufficialmente era soppressa dai tempi della riforma), chiese al governo la possibilità di istituire nuovi episcopati cattolici in Gran Bretagna, ma la mossa fu considerata imprudente, o meglio una provocazione, da parte del clero anglicano, che reagì sdegnosamente. Ciò che invece spense le speranze di un'unione tra le due chiese fu la decisione del papa di approvare il dogma dell'infallibilità pontificia sancita dal Concilio Vaticano I Lì si chiusero le porte al dialogo tra cattolici e anglicani.
Altri membri del movimento di Oxford rimasti fedeli ai principi anglicani, spinsero però per una solennizzazione della liturgia (ritualisti) e per l'adozione di paramenti più solenni (addobbi delle chiese, enfasi su canti ed inni, ecc.). Il gruppo dei ritualisti fu anche denominato Movimento Ecclesiologico, ed ebbe una certa influenza sugli artisti Preraffaelliti, come Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), John Everett Millais (1829-1896) e William Holman Hunt (1827-1910).
Tra il 1850 ed il 1890 le riforme, richieste dai ritualisti, provocarono molto scompiglio nella Chiesa d'Inghilterra, ma il tentativo di reprimere il ritualismo con l'approvazione da parte del parlamento del Public Worship Regulation Act (Legge sulla regolazione del culto pubblico) nel 1874 fece scaturire una reazione di rifiuto totale dei prelati anglo-cattolici, che preferirono la prigione piuttosto che obbedire ad un'ingiusta legge. Solo dopo il 1887, il rifiuto dovette esser tollerato dalle autorità civili, senza conseguenze penali (tanto per farci capire dai tradizionalisti di casa nostra che si lamentano delle... persecuzioni).



Oggi la cosa più appariscente, quando frequentate una chiesa anglo-cattolica, è ancora la liturgia: una liturgia tradizionale (ecco il messale), qualcuno direbbe tridentina (meglio pre-tridentina per quanto riguarda alcune parti) ma, sorpresa, in lingua inglese! Di solito la comunione si riceve in ginocchio, ma, altra sorpresa, viene dato il calice anche ai laici, che lo ricevono devotamente in ginocchio dalle mani del ministro. Si canta, con splendidi corali e musica curatissima, di solito in inglese, ma senza disdegnare il latino all'occasione solenne.

Sarà molto interessante vedere una modalità alternativa di applicare una riforma liturgica sviluppatasi prima di quella di casa nostra e in maniera molto, ma molto simile a quello che ha in mente Papa Benedetto per riportare sul giusto cammino le troppe deviazioni liturgiche (e musicali!) della Chiesa Cattolica.
Vi porto qualche esempio di liturgie anglo-cattoliche americane e del Regno Unito.







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INTERVISTA

Vittorio Messori

«A Londra regna il caos dottrinale»

CITTÀ DEL VATICANO

Vittorio Messori è uno dei più noti giornalisti e scrittori su tematiche relative alla Chiesa e alla religione cattolica. È tra l'altro autore del celebre libro- intervista al cardinale Joseph Ratzinger
Rapporto sulla Fede.

Prosegue l'opera di rientro nella casa cattolica di fasce di fedeli, in questo caso di tradizionalisti. Un successo per la Chiesa di Ratzinger?

Benedetto XVI è sicuramente contento di questo ritorno, non so quanto lo siano gli ambienti dell'ecumenismo: se tutti tornano cattolici viene a mancare l'oggetto del confronto.

Significa che non c'è stata una spinta da parte di Roma?

La Chiesa cattolica non ha fatto nulla, la richiesta è venuta da gruppi di anglicani, peraltro in buona parte fuori dall'Inghilterra,dove maggiore è il dissenso.

È il sintomo delle difficoltà interne agli anglicani?

Quella Chiesa è sempre stata una sorta di confederazione, contrassegnata da caos dottrinale, che non ha resistito alla nuova ideologia egemone del politically correct, andando peraltro contro la Bibbia. E così sono arrivate le donne sacerdote, poi i gay, che sono addirittura diventati vescovi. È diventato un luogo di ipocrisia.

Da qui la rivolta dei tradizionalisti

Questo andazzo è stato accettato dagli inglesi, ma non da quei fedeli sparsi nelle altre aree del mondo dove sono presenti, che poi sono i paesi dell'ex impero. Da qui la riunione progressiva con Roma.

Ma il rientro dei preti sposati creerà problemi all'interno della Chiesa cattolica?

Assolutamente no. Ci sono già sacerdoti con famiglie nelle chiese orientali. Il problema potrebbe riguardare i vescovi, ma come hanno detto saranno riportati allo stato sacerdotale.

Ci saranno tensioni nel dialogo tra le due Chiese?

Non credo proprio. Quella anglicana è una Chiesa ad esaurimento: basti pensare che a Londra sono più numerosi i musulmani che vanno a pregare in moschea che gli anglicani che la domenica vanno in chiesa.
L'uscita di mezzo milione di persone non avrà alcuna influenza in questo trend, ormai segnato.

Eppure ha cinque secoli di storia alle spalle...

Nacque perché Enrico VIII si voleva risposare, e lo scisma peraltro portò a delle pesanti persecuzioni per i cattolici, e questi sono fatti che spesso vengono dimenticati.
È una chiesa non missionaria, una istituzione imperiale che deve discutere alla Camera dei Comuni e in quella dei Lords le questioni dottrinarie, che alla fine del percorso deve avere l'approvazione formale della Regina.

Insomma, sembra che per la Chiesa anglicana ci sia sullo sfondo una sorta di riunificazione progressiva con Roma?

Di certo sono molti che nel tempo sono tornati al cattolicesimo. Primo fra tutti il cardinale John Henry Newman, che io considero uno dei più grandi pensatori mai esistiti.
Ca.Mar.

© Copyright Il Sole 24 Ore, 21 ottobre 2009
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