00 12/04/2008 17:07
Montessori

La storica Lucetta Scaraffia, su «Avvenire» del 30 maggio 2007, ha fatto le pulci allo sceneggiato televisivo su Maria Montessori, che praticamente «ne ha diffuso un'immagine agiografica e stereotipata: la scienziata buona e tutta dedita ai bambini, senza vita privata. Una sorta di santa laica».

Invece, per la storia vera, ecco «la pesante contraddizione privata: la scopritrice dell'infanzia che rinuncia ad allevare il figlio illegittimo e, quando a quattordici anni lo riprende accanto a sé, lo presenta come nipote». La Scaraffia ricorda anche che «la Montessori ha rappresentato il femminismo italiano nel primo convegno europeo del 1899 ed è stata una delle maggiori relatrici al primo convegno femminista italiano del 1908»; né tralascia «le sue conferenze sull'educazione sessuale, in cui non solo si schierava a favore di una educazione sessuale anche per le donne, ma proponeva un neomalthusianesimo eugenetico sostenuto negli stessi anni da altri medici positivisti, come il celebre Paolo Mantegazza».

La Montessori ebbe un rapporto inizialmente idilliaco con Mussolini, che la finanziò (e lei prese la tessera fascista). Ma poi lei non ne sopportò le ingerenze e se ne andò all’estero, dove era più famosa. La Scaraffia aggiunge un particolare non troppo noto: «Nel 1899, a Londra, Maria si era infatti iscritta alla Società Teosofica, che disponeva di ragguardevoli legami internazionali rafforzati da una indubbia vicinanza alla massoneria. L'iscrizione non restò senza seguito: la Montessori tenne la sua prima conferenza americana, nel 1913, nel tempio massonico di Washington e, quando fu bloccata in India dallo scoppio della seconda guerra mondiale, si rifugiò per anni, con il figlio, nel quartier generale teosofico, ad Adyar».

Non tornò mai più in Italia. Si stabilì in Olanda, dove era famosissima, e là morì nel 1952.
Qualche decennio dopo sarebbe finita sul biglietto da mille lire.



Rino Cammilleri

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