Scrive l'ecumenico Enzo Bianchi:
"con il messale di Pio V si sarà
autorizzati a pregare in modo non conforme all'insegnamento ecumenico del
Vaticano II"
Questa frase da sola basta a far comprendere il grado di ignoranza e malafede in cui è incorso il Nostro. In primo luogo: VOGLIAMO SAPERE QUALI TESTI DEL CONCILIO VATICANO II AUTORIZZANO A FARE UN'AFFERMAZIONE DEL GENERE. Non è più tollerabile che si tiri in ballo il Concilio senza nemmeno indicare uno straccio di testo a sostengo della nefasta tesi che si vuole sostenere. O forse il Nostro voleva far riferimento al fantasmagorico "spirito del Concilio"? Cioè quell'eresia secondo la quale l'insegnamento del Vaticano II non starebbe nei testi canonicamente approvati, ma nello spirito che avrebbe ispirato i padri al di là dei testi che hanno prodotto. In secondo luogo: Benedetto XVI avrebbe promulgato un motu proprio che autirizza i fedeli a pregare in modo difforme all'isegnamento solenne di un Concilio di Santa Romana Chiesa? Quindi più che un pastore attento al bene del suo gregge sarebbe un cieco che guida altri ciechi? Bisognerebbe allora diffidare da un simile pastore e ascoltare invece la voce più mite, ecumenica, aperta, dialogante, suadente, rassicurante del vero buon pastore Enzo di Bose? Ma forse, a questo proposito, sarà bene riflettere sulle parole di Gesù: Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete...
Benedetto XVI ci ha chiesto di pregare per lui affinché non fugga per paura davanti ai lupi. Evidentemente le nostre preghiere hanno fatto effetto se, nonostante l'opposizione dura che il motu proprio ha incontrato - e che lo stesso Bianchi riconosce - il Papa ha deciso ugualmente di pubblicarlo.
Infine vorrei sottolineare che Enzo Bianchi è l'ultimo a porter parlare "senza pregiudizi" sul motu proprio. Solamente due giorni prima che venisse annunciata la sua pubblicazione, con la sucumera caratteristica di chi crede di sapere lui solo qual è il vero bene della Chiesa, sempre dalle colonne di Repubblica (che giornale prestigioso, tra l'altro, per un sacerdote cattolico) rassicurava i timorosi con parole nette e decise: "Il Santo Padre non liberalizzerà la Messa di San Pio V". Che profeta!