commento di Monsignor Bernard Fellay

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Bene
00venerdì 13 luglio 2007 19:06


Il leader dei lefebvriani: "Il motu proprio del Santo Padre è una svolta importante"



CITTA DEL VATICANO - Il motu proprio del Papa che liberalizza l'antica messa preconciliare di San Pio V rappresenta un autentico ''salto in avanti nella giusta direzione'', ''e' un regalo della Grazia e noi esprimiamo a Benedetto XVI la nostra profonda gratitudine'', ''e' un giorno storico'' per i tradizionalisti legati al rito tridentino in latino. Con queste parole piene di riconoscimento e di stima verso il Papa, Monsignor Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternita' di San Pio X, i cosiddetti ''lefebvriani'' gia' scomunicati alla fine degli anni '80 da Giovanni Paolo II e dal Cardinal Joseph Ratzinger, commenta il documento ''Summorum pontificum'' promulgato dal Papa nei giorni scorsi. Fellay ha rilasciato un'intervista al quotidiano spagnolo ''La Razon'' a un interlocutore d'eccezione, Vittorio Messori, scrittore e giornalista vicino all'Opus Dei, noto per aver intervistato due Papi e per aver difeso la posizione dei tradizionalisti. ''La normalizzazione'' della messa che - secondo Fellay - ''non e' quella di San Pio V, ma quella di sempre'', ''e' un atto di giustizia, e' un aiuto soprannaturale straordinario in un momento grave di crisi ecclesiale''. Quindi il successore di mons. Lefebvre aggiunge: ''La riaffermazione da parte del Santo Padre della continuita' del Vaticano II e della messa nuova con la tradizione costante della Chiesa - dunque la negazione di una frattura che il Concilio avrebbe introdotto con i 19 secoli precedenti - ci impegna a proseguire nella discussione dottrinaria. 'lex orandi, lex credendi': si crede come si prega. E ora si riconosce che, nella messa di sempre, si prega adeguatamente''. Tuttavia Monsignor Fellay nell'intervista a Messori guarda anche oltre il motu proprio del Pontefice: ''Si', la Provvidenza ha permesso che fossimo strumento per stimolare Roma e arrivare a questa svolta. Pero' siamo anche coscienti - spiega Monsignor Fellay - del fatto che siamo il termometro di una febbre che esige rimedi adeguati. Questo documento e' una tappa fondamentale in un percorso che ora potra' essere piu' veloce, abbiamo speranze anche in merito alla questione della scomunica''.
IlTimone
00venerdì 13 luglio 2007 19:48
A me comunque sti lefebvriani me fanno paura....se so fatti una chiesa per loro e so scomunicati... [SM=g8180] [SM=g8180]

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