Eluana, scontro governo-Quirinale
Fini: “Sono molto preoccupato”
Ancora altissima la tensione sul caso Eluana. Dopo che Berlusconi ha annunciato di ignorare la lettera inviatagli dal Capo dello Stato nella quale si esprimeva la contrarietà verso il decreto legge annunciando di non controfirmarlo perché incostituzionale, insorge l’opposizione. E non solo. Anche il presidente della Camera si dissocia dalla scelta del governo. Insomma, uno scontro istituzionale senza precedenti.
E infatti, Gianfranco Fini non nasconde i suoi timori: “Desta forte preoccupazione - commenta il presidente della Camera - che il Consiglio dei ministri non abbia accolto l'invito del Capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, ad 'evitare un contrasto formale in materia di decretazione d'urgenza”.
Anche perché, segue a ruota il leader del Pd “credo che il presidente del Consiglio voglia deliberatamente creare un incidente istituzionale". Insomma “in questa vicenda -aggiunge- credo che il merito c'entri poco ma che si tratti di un'intenzione politica. Nonostante il capo dello Stato abbia più volte fatto sapere di essere contrario all'intervento, il premier ha voluto approvare lo stesso il decreto, facendo poi proclami irresponsabili e molto gravi. Esprimo a Napolitano tutta la mia solidarieta'. Per fortuna c'e' chi, come il capo dello Stato, garantisce il rispetto della Costituzione e delle istituzioni, mentre c'e' chi vuole farle saltare". Quindi, per concludere senza sconti, l’accusa: “Quello di Berlusconi – sbotta Veltroni - e' un comportamento totalmente irresponsabile. Non si vedeva una cosa del genere dai tempi del dopoguerra e io ho il dovere di dirlo perchè e' grave ed e' tanto più irresponsabile, visto il momento di crisi che il Paese vive”.
Diversa invece la posizione del leader dell’Udc che pur esprimendo solidarietà a Napolitano, non biasima la scelta dell’esecutivo. “Rispetto profondamente le considerazioni del Capo dello Stato che, con grande scrupolo istituzionale, svolge il suo ruolo. Tuttavia – avverte Pier Ferdinando Casini - devo dire che, in questa circostanza, condivido pienamente la scelta del Governo di procedere con un decreto legge: il diritto alla vita non può dividere gli italiani e non può dividere le forze politiche. Il Governo ha fatto bene ad accogliere l'appello di quanti hanno chiesto un decreto. Noi siamo stati i primi a chiederlo e siamo soddisfatti che il Consiglio dei ministri unanimemente abbia assunto questa decisione, per noi e' una decisione fondamentale perchè riguarda il diritto alla vita di tutti i cittadini italiani".
Ma le reazioni piovono a catena. Perentorio è il parere di Emma Bonino: “Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pur consapevole che il decreto non verra' firmato dal presidente della Repubblica, ha voluto ingraziarsi il Vaticano a costo di violare brutalmente le regole base di uno stato di diritto. Con questa fanfaronata – attacca il vicepresidente del Senato - indegna di un presidente del Consiglio, Berlusconi ha anche confermato quello che era oramai ovvio da tempo, cioè la volontà di governo e maggioranza di adottare una legge non sul ma contro il testamento biologico". Interviene anche il legale della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini, in difesa di Giorgio Napolitano, ritenendo il suo atto “costituzionalmente ineccepibile''.
E nel frattempo si scatena la protesta anche su internet: sono migliaia i messaggi di appoggio alla scelta del presidente della Repubblica. Sul social network Facebook si moltiplicano in misura esponenziale i "no" al decreto e il popolo del web si sta organizzando per scendere in strada.