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GESU’: RIVOLUZIONARIO ARMATO? UNA FAVOLA!

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2011 16:45
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Il libro di A. fa parte di questo spirito di un mondo privo di Dio? Senza il Cristo dei Vangeli non esiste nessun punto di riferimento al credente per la sofferenza e tutte le ingiustizie di questo mondo, dove altrimenti andare a parare? Non accetto il suo Cristo, neppure il Dio che crea “gli uomini imperfetti” attribuendo a lui la responsabilità dei misfatti umani ed allora d’accordo con Ivan dico: “non accetto il suo mondo”. Pertanto faccia piazza pulita del suo Dio e del suo Cristo, anche del Vecchio Testamento, del Nuovo Testamento e di tutta quella letteratura cristiana che tanto aiutò gli esseri umani devoti a sopportare tanta sofferenza. Faccia anche piazza pulita di tutte le citazioni storiche per sostenere i suoi miti. Come si può credere che abbiano detto la verità? E che dire di Socrate, dei dialoghi di Platone, delle riflessioni filosofiche di Aristotele e degli altri grandi pensatori? Chi mette in dubbio se essi hanno detto o no la loro verità? Perché rifiutare ai Vangeli ciò che invece affermiamo per tutte le altre opere ritenute autentiche? E, poi, quali sono gli scritti storici di una vita di Gesù per contrapporla al Nuovo Testamento?
Non sono uno studioso e non ho certo la presunzione di rispondere a tutti i complessi problemi letterari da A. sollecitati. Lascio il compito a quelli preparati in materia, alla loro profondità di pensiero per spiegare con puntuale ricerca storica le risposte al suo libro che, come gran parte delle sue analisi, secondo il mio modesto parere, non collima con la seria ricerca scientifica: è pieno di fantasie e di convinzioni personali prive di fondamento.
Il suo è uno scritto che va ad alimentare tutta quella letteratura che ha la presunzione di spiegare che Gesù era un rivoluzionario armato o che facesse parte della comunità essena. Lo studioso H. Stegemann, direttore del centro studi del Qumran e autore di circa quaranta opere scientifiche, confuta queste dicerie: “Naturalmente, la letteratura amante del sensazionale, le trasmissioni televisive e innumerevoli agenzie di stampa, continuano tuttora a gabellare al pubblico fantasiose ipotesi come solide conoscenze, non tenendo minimamente conto di ciò che le scienze naturali e la paleografia hanno elaborato già da molto tempo come incontestabili dati di fatto.” Questo riguarda il fatto che alcuni critici vorrebbero far risalire gli scritti di Qumran nel periodo apostolico, argomento “definitivamente confutato” (H.Stegemann, Gli esseni, Qumran, Giovanni Battista e Gesù, ed. Deoniane, Bologna 1997, pag.19)
Il libro di A., per quanto io sappia, è un po’ la sintesi di quello che varie opere del genere hanno elaborato su teorie nello spirito nella critica alla Chiesa sospettata di aver nascosto la verità su Gesù in opposizione a quello tradizionale, un Cristo leader di un gruppo armato che si oppone alla potenza dominante per realizzare in terra il regno di Dio nella libertà e giustizia. Si tratta appunto, stando alle sue parole, di una banda armata di criminali “odiatori dell’umanità” (A. fa sue le parole di Tacito).
Ma per il fatto che Tacito si esprima in questi termini è perché, come spiega lo studioso Jean Danielou, in quella situazione storica si trovava in “conflitto fra le diverse idolatrie nazionali e il cattolicesimo universalista. In uno stato di cose ove l’ordine politico e l’ordine religioso erano strettamente legati come nell’Impero romano, le due questioni erano necessariamente connesse. Il cristiano, per il fatto stesso della sua rottura con gli idoli della città, si metteva fuori dalla città e dalla vita sociale del paese. Questa è la problematica nella quale dobbiamo situare la prospettiva di Origene. Essa è quella di tutto il Cristianesimo primitivo. Noi oggi dissociamo il problema politico dal problema religioso, ma questa è una conquista del cristianesimo” (Origene, Il genio del cristianesimo, ed. Arkeios, Roma 1991, pagg.280-281).


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