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ASSASSINI

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2009 11:53
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10/02/2009 09:55

L'HANNO UCCISA...ASSASSINI.



Maria auxilium cristianorum, ora pro nobis

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10/02/2009 15:30

Miserere mei Deus





--------------- M I R ---------------
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10/02/2009 18:33

il paradosso è che vogliono far passare i difensori della vita come carnefici!

Ha detto bene la suora che è stata accanto a Eluana per 17 anni, rivolgendosi al padre: c'era un altro modo per dimostrare amore a Eluana.

Il Senatore Pera oggi ha detto a coloro che si sono macchiati anche moralmente di questo omicidio che non serve tirare in ballo la Religione Cristiana, come altri senatori hanno voluto fare, ma basta la costituzione per dimostrare che lo Stato Italiano ha compiuto un omicidio: ecco gli articoli della costituzione che lo sentenziano

ART. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

ART. 32 - La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
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10/02/2009 19:21

MARCELLO PERA oggi AL SENATO
...Caso Englaro: Intervento in Aula in Dichiarazione di voto del PDL sulla Mozione in materia di trattamenti di alimentazione ed idratazione (10 Febbraio 2009)
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'esprimere il voto favorevole mio e del mio Gruppo alla mozione presentata dal senatore Gasparri e da altri sentori, farò anch'io riferimento all'articolo 32 della Costituzione, che è stato certamente il più citato. Non è l'unico articolo della Costituzione pertinente per decidere la questione che abbiamo al nostro esame, e anzi sono un po' colpito che altri articoli non siano stati ricordati, ma è certamente un articolo rilevante.
Se si legge attentamente l'articolo 32 della Costituzione, ci si accorge che esso fissa tre punti: il primo è che esiste una libertà terapeutica di scegliere o di rifiutare le cure. Recita l'articolo 32: "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario". Il secondo punto è che l'articolo 32 afferma che questa libertà terapeutica, di scegliere o non scegliere cure, può essere vincolata da una legge: "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge". E' evidente perciò che una legge può consentire l'esercizio positivo della libertà di cura o di rifiuto della cura.
Vi è poi un terzo punto nell'articolo 32 che è importante quanto gli altri due: qualunque legge si voglia o si debba fare in ossequio all'articolo 32, qualunque legge sulla libertà di curarsi o sul rifiuto delle terapie, qualunque legge ha un limite; e la nostra Costituzione dà un nome, ripetutamente, a questo limite. L'articolo 32 chiama questo limite rispetto della persona umana; l'articolo 41 della Costituzione introduce un'altra espressione equipollente per nominarlo e parla di dignità umana; e poi c'è l'articolo 2, che è stato il più negletto di tutta la nostra discussione, anche da parte della pubblicistica, sull'argomento.
L'articolo 2, che rileggo per ricordarlo in primo luogo a me stesso, dice, dando il nome a quel limite invocato anche dall'articolo 32: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo".
Sono espressioni molto serie, sono espressioni molto gravi.
"Riconosce e garantisce" significa che la Repubblica non li crea questi diritti inviolabili dell'uomo, non li dispone, non li può approvare, non li può correggere. Sono diritti che esistono prima della Costituzione, sono diritti che esistono prima dell'esistenza di una comunità politica o statale, sono diritti che stanno li' e che la Costituzione, il Parlamento, la comunità politica, deve solo riconoscere, cioè prenderne atto, tutelarli e rispettarli. E sono inviolabili, cioè non negoziabili, non cedibili, non modificabili: sono diritti assoluti, preesistenti, legati all'uomo in quanto uomo.
Ecco il nome proprio del limite fissato dall'articolo 32 della Costituzione.
Ora, la questione che qui si pone e che è stata dibattuta in questi giorni, in queste ore, e per tanto tempo anche, è se violare la vita di una persona, consentire ad una persona in stato terminale di porre termine ai suoi giorni, sia o no una violazione dei limiti posti dagli articoli 32 e 2 della Costituzione. Nel caso specifico il problema che si pone è se sottrarre alimentazione ad un paziente terminale sia o no violare quei limiti, che hanno quel nome. Voi, molti di voi - mi riferisco ai colleghi della sinistra - avete detto: no, anche la vita è violabile, anche il diritto alla vita è disponibile quando la vita non è più vita e non ha più dignità di vita. Io credo che qui vi sbagliate: credo che dicendo cosi' vi poniate fuori dall'articolo 32 e dall'articolo 2, perchè quel paziente terminale, quel paziente in coma permanente, quel paziente che non ha più scientifiche e ragionevoli speranze di vita, quel paziente è ancora un uomo che ha la sua dignità. Quel paziente che sta per lasciarci per sempre è una persona. à un individuo che chiede la nostra attenzione, con cui noi soffriamo e per cui noi esprimiamo sofferenze. Quel paziente è un individuo che chiede la nostra comprensione, la nostra solidarietà, la nostra pietà, che instaura con noi una comunità. Perciò è un uomo che, in quanto uomo per l'articolo 2 della Costituzione italiana, ha diritti inderogabili, inviolabili, che noi non possiamo toccare. Quei diritti non sono violabili e non li può violare nè il paziente medesimo in qualunque momento della sua esistenza, nè i suoi genitori, nè la magistratura, nè il Parlamento; sono, appunto, inviolabili. Per questo motivo sottrarre alimentazione a un individuo in quelle condizioni significa violare un suo diritto inviolabile.
Voi usate anche un altro argomento a cui ho prestato molta attenzione; voi dite che in realtà lasciar morire, e perciò violare, sia pure eccezionalmente, il diritto fondamentale di quell'individuo, in realtà è consentito perchè cosi' facendo si rende un tributo alla sua libertà individuale. à un argomento che ha svolto in quest'Aula in particolare il senatore Veronesi: la libertà individuale. Ho ascoltato l'intervento del senatore Bosone, che era palesemente in replica e di critica a quello del senatore Veronesi, e dico che vi sbagliate anche su questo punto. Togliere l'alimentazione ad un paziente, sia pure quando quel paziente non ha più ragionevoli speranze di vita, significa togliere la vita... e togliere la vita significa togliere il presupposto della dignità; ma se significa togliere la dignità, allora li' c'è la violazione di un diritto che è inalienabile.
Mi chiedo poi quale concetto è mai quello che viene introdotto di libertà individuale. Cos'è questa libertà individuale che è garantita entro certi limiti dall'articolo 32? La libertà individuale vuol dire forse discrezionalità assoluta? La libertà individuale vuol dire arbitrio? La libertà individuale vuol dire licenza di fare di sè e degli altri ciò che si crede o la libertà individuale è sempre accompagnata dalla responsabilità? Confondere la libertà individuale con l'arbitrio, con la licenza, significa passare dalla civiltà della ragione alla barbarie dell'egoismo.
Colleghi, queste sono le ragioni che trovo nell'articolo 2, nell'articolo 32 e nell'articolo 41 della nostra Costituzione per dire che non possiamo sottrarre alimentazione a chi sta per lasciarci. Non ho introdotto alcun argomento religioso; non ce n'è bisogno. Non ho nemmeno introdotto alcun riferimento alla Chiesa cattolica, nè ho fatto - come ha cercato di fare questa mattina il senatore Ichino - opera di maestro nei confronti della Chiesa cattolica inducendola ad essere meglio Chiesa cattolica. Non ho usato nessuno di questi argomenti.
Per i laici autentici, per quanto riguarda la religione, basta la religione dell'articolo 2 della Costituzione; è sufficiente per prendere le nostre decisioni. à la religione di quell'articolo 2 che stabilisce che siamo tutti uguali in dignità, abbiamo tutti gli stessi diritti fondamentali rispetto a quella dignità. C'è stato un tempo, cari amici, che i laici non avevano timore di dare un nome alla religione dell'articolo 2 della Costituzione; avevano il coraggio di darlo quel nome. La religione dell'articolo 2 della Costituzione è la religione cristiana.
Oggi molti laici lo hanno dimenticato, oggi molti laici credono che questa religione sia di ostacolo, credono che l'interprete di questa religione, cioè la Chiesa cattolica, sia di impedimento o interferisca, credono che senza quella religione noi saremmo più liberi, renderemmo più omaggio alla libertà individuale. à un altro grave errore.
I laici hanno bisogno, per decidere su argomenti come questi, della religione dell'articolo 2. Sanno da dove viene quella religione dell'articolo 2, ne sono fieri, sono disposti a testimoniarla e a difenderla. Altri laici, invece, affievoliscono la consapevolezza della religione dell'articolo 2 (il senatore Ichino parlava di una generica tradizione biblica), oppure ritengono la religione cristiana un ostacolo. Noi pensiamo diversamente, non abbiamo bisogno di nessun ammaestramento di nessun magistero, la Costituzione ci dà i parametri giuridici e culturali sufficienti per prendere le nostre decisioni.
Chi volesse decidere diversamente sarebbe non soltanto contro gli articoli 2, 32, e 41 della Costituzione e gli altri analoghi, sarebbe anche contro la pietà che si deve a tutti quanti i membri dell'umano consorzio.
(Vivi prolungati applausi dai Gruppi PdL, LNP e UDC-SVP-Aut. Molte congratulazioni).
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13/02/2009 12:57

Giusto per aggiungere un'altro tassello al bel mosaico che ha costruitto il sig.Englaro...
Non ha partecipato ai funerali della figlia perchè temeva ritorsioni e assalti mediatici, va bhè comprensibile, ha avuto il coraggio di uccidere la figlia, è normale che non trovi il coraggio per affrontare le telecamere, che paura che fanno...
Ma quest amattina al TG1 una giornalista dice che Beppino si sia espresso così confidenzialmente con gli amici: non voglio stare nel silenzio, la mia battaglia intrapresa non deve fermarsi qui, deve andare avanti anche per le altre persone che sono nello stato in cui era Eluana.

E' già in libreria il suo libro dal titolo eloquente: Eluana.

Allora dico io, cari "compagni" chi è che sta speculando ben benino su questa storia?
Quanti affermano e difendono la sacralità e inviolabilità della vita, o quanti invece ne traggono profitto economico, mediatico e infine politico sulla morte procurata ad una ragazza?

dov'è quel padre che pur di salvare la propria creatura non dice "prendi me, ma lascia vivere lei" nelle sue preghiere?
chi è quel padre che difronte a un dolore così intimio e privato lo tramuta in caso nazionale se non europeo e lo porta fino alla cassazione e guarda caso intornoi a lui fanno quadrato solo le sinistre?

Se intorno a lui fanno quadrato solo le sinistre vien da se che costoro sono e resteranno sempre per la cultura della morte a discapito della VERA DIGNITA'.
è l'oera del falsario, del mistificarore, dell'ingannatore, che ti offre la morte come soluzione di vita, che ti illude di fare il bene operando un piccolo male....

Dio li perdoni
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13/02/2009 13:08

Ha pure il coraggio di continuare ad uccidere i futiri casi come sua figlia ,stavolta con quale titolo ? se gli altri genitori vogliono far vivere i propri cari lui che fa va a casa di ognuno e gli va a staccare la spina , penso che ormai quest'uomo si sia rincog....to scusate la parola. [SM=g8334]
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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13/03/2009 11:53

Eluana era viva. Eluana non voleva morire




Venerdì 13 Marzo 2009

Queste parole esprimono e condensano al meglio il messaggio emerso nella conferenza del 7 Marzo 2009 tenutasi al Centro Congressi “Cavour” di Roma, organizzata dal movimento politico cattolico Milita Christi, a trenta giorni dalla morte di Eluana Englaro.
Parole tristi, che lasciano sgomenti non solo per la verità che enunciano, ma, forse ancora più, perché espresse al passato, sostituendo drammaticamente lo slogan più volte gridato ad Udine, davanti “La Quiete”: Eluana è viva, viva Eluana!
L’iniziativa di Sabato scorso, alla quale hanno aderito anche l’ufficio romano di “Vita Umana Internazionale” e “Italia Cristiana”, ha visto come relatori alcuni tra i principali protagonisti della difesa del diritto alla vita di Eluana: Mons. Ignacio Bareiro Carambula, Teologo, Direttore dell’ufficio romano di “Vita Umana Internazionale”, Il Dott. Paolo Gulisano, Medico epidemiologo, Saggista, Presidente del CAV di Lecco, La ...

... Dott.ssa Antonella Vian, che ha avuto modo di visitaree Eluana poco prima della sua morte, il Dott. Fabrizio Lastei, studioso di Diritto e Portavoce di Militia Christi.
La conferenza, alla quale hanno preso parte una sessantina di persone, ha avuto il pregio di presentare questa triste vicenda sotto diverse angolature e con svariati stati d’animo, prefiggendosi l’obiettivo di fare chiarezza su quale fosse la reale situazione di Eluana e quella dell’ambiente intorno a lei, con particolari inediti forniti da testimonianze dirette, in palese contrasto con la versione politicamente corretta presentata dai media…
Mons. Barreiro ha iniziato le danze affrontando e approfondendo magistralmente l’aspetto morale e dottrinale della vicenda.
Ha ribadito il totale rifiuto della Chiesa a qualsiasi tipo di eutanasia affermando al contrario, con forza, il valore sacrale della vita umana, insistendo contemporaneamente sulla dignità del malato, sulla necessità e il diritto alle cure ordinarie e proporzionate, all’alimentazione e all’idratazione. Mons. Barreiro ha sottolineato come:”[…] Ha particolare valore il discorso di Giovanni Paolo II, del 20 marzo 2004 ai partecipanti ad un Congresso Internazionale su “I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo.”
In questo discorso il Santo Padre fa due affermazioni fondamentali. In primo luogo, sostiene che: “L'ammalato in stato vegetativo, in attesa del recupero o della fine naturale, ha dunque diritto ad una assistenza sanitaria di base (nutrizione, idratazione, igiene, riscaldamento, ecc.), ed alla prevenzione delle complicazioni legate all'allettamento. Egli ha diritto anche ad un intervento riabilitativo mirato ed al monitoraggio dei segni clinici di eventuale ripresa.”
In particolare, vorrei porre l’accento come la somministrazione d’acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenti sempre un mezzo naturale di conservazione della vita, non un atto medico. Il suo uso pertanto sarà da considerarsi, in linea di principio, ordinario e proporzionato, e come tale moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando esso dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che nella fattispecie consiste nel procurare nutrimento al paziente e lenimento delle sofferenze.
In secondo luogo, Giovanni Paolo II fa la precisazione che tali mezzi ordinari di sostegno vitale vanno assicurati anche a coloro che versano nello “stato vegetativo permanente”, in quanto si tratta di persone, con la loro dignità umana fondamentale.
Il Santo Padre conclude indicando che, “La morte per fame e per sete, infatti, è l'unico risultato possibile in seguito alla loro sospensione. In tal senso essa finisce per configurarsi, se consapevolmente e deliberatamente effettuata, come una vera e propria eutanasia per omissione.”
Queste parole sono profetiche della morte che ha sofferto Eluana Englaro.
La Dott.ssa Vian, che ha avuto il privilegio di vedere Eluana nella clinica di Lecco, ha fornito una testimonianza commovente: ha descritto Eluana in uno stato di semi-coscienza, reattiva a stimoli esterni, come la luce e le voci intorno a lei. Eluana, ha affermato la dottoressa, era spaventata dall’idea di morire, al punto di ansimare affannosamente alla presenza del padre, quando questi parlava della sua eventuale fine.
Al contrario si tranquillizzava quando il padre si assentava e lei non percepiva più la sua presenza nella stanza da letto. La dottoressa, nei suoi vari colloqui con Beppino Englaro, ha tentato più volte di convincerlo a provare nuovi macchinari che, sebbene non fossero in Italia, sarebbero stati disponibili su richiesta, ma invano.

Il Dott. Gulisano, d’altro canto, ha posto un interessante parallelismo tra la storia di Eluana e quella di Salvatore Crisafulli, l’uomo risvegliatosi due anni fa dallo stato vegetativo in seguito ad un incidente. Salvatore ha dichiarato che durante tutto il periodo di semi-coscienza, egli sentiva e capiva tutto, ma non poteva esprimersi perché prigioniero di un corpo che non gli ubbidiva più. Ha anche dichiarato di non aver avuto mai e poi mai il desiderio di morire.
Oggi, finalmente guarito, comunica con e-mail grazie ad un puntatore ottico.
Il fratello di Salvatore, Pietro Crisafulli ha provato più volte a convincere Beppino Englaro a desistere dai suoi progetti di morte verso sua figlia, ma senza successo.
Il convegno è stato chiuso dal dottor Lastei che ha ribadito l’impegno del Movimento Militia Christi a favore della vita, dal concepimento alla morte naturale, per mezzo della preghiera e di battaglie culturali e civili

Daniele Sebastianelli (ha collaborato Paolo Gulisano)


Fonte: pontifex
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