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cammino neocatecumenale

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2008 19:02
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Sesso: Femminile
30/04/2008 16:10

Intervista

Monsignor Nicola Bux (Congregazione per la Dottrina della Fede): “Le braccia incrociate di Kiko? Scarsa sensibilità per l’Eucarestia”

di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO - Le braccia conserte di Kiko Arguello davanti al Papa al momento di comunicarsi Domenica scorsa in San Pietro, hanno animato ancora di più il dibattito sul rispetto della liturgia e del Pontefice da parte dei vertici, e non della base (sulla cui buona fede non c’è mai stata la benché minima ombra di dubbio) del Cammino Neocatecumenale. In proposito abbiamo ascoltato Monsignor Nicola Bux, apprezzato teologo e liturgista, amico personale di Benedetto XVI e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Monsignor Bux, cosa pensa dello stile quasi ‘militaresco’ con cui Arguello ha ricevuto l’Eucarestia dalle mani del Papa?

"Premesso che attualmente non esiste un canone fisico e specifico su come tenere le braccia nel momento in cui ci si accosta al Santissimo Sacramento, mi sembra del tutto evidente che con quel gesto, il signor Kiko Arguello abbia manifestato scarsa profondità verso il grande dono che si apprestava a ricevere, vale a dire il Corpo di Cristo, e, come se non bastasse, poco rispetto per il Pontefice. Personalmente, prendo le distanze da chi si avvicina alla Mensa Eucaristica con le braccia conserte, anche se solo i diretti interessati possono sapere perché lo fanno, se in senso di sfida o per emozione o per un modo del tutto personale, e discutibile, di comunicarsi".

La postura assunta da Arguello è parsa quasi un guanto di sfida a causa della mancata approvazione degli Statuti Neocatecumenali…

"Preferisco non entrare nel merito degli Statuti. Ma tengo a sottolineare che non ci si può accostare all’Eucarestia spensieratamente. Chissà, siccome non tutti i mali vengono per nuocere, magari l’episodio con protagonista Arguello ricorderà ancora di più ai fedeli che è addirittura preferibile un inchino di riverenza davanti al Santissimo e che le braccia al petto si possono anche portare, ma con le mani in direzione del cuore. Secondo me è pure una questione di sensibilità: se uno non ce l’ha, non potrà mai rispettare davvero il dono dell’Eucarestia. Quanto ad Arguello, io non mi sarei mai permesso di presentarmi con le braccia conserte a ricevere la Comunione, ma spetta a lui interrogare la propria coscienza e vedere se si sente in colpa o meno”.

Allargando il ragionamento, sarebbe auspicabile una catechesi più efficace su come ricevere degnamente e con rispetto l’Eucarestia?

"Questo senza ombra di dubbio. E' necessaria, e direi urgente, una catechesi da parte dei sacerdoti per lumeggiare e sottolineare l'importanza del Santissimo Sacramento per evitare stranezze che possano far oltraggiare il Mistero di Cristo che si ripresenta nell’Ostia".


fonte:Petrus


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