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PRIMO INCONTRO PUBBLICO

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2008 18:27
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Città: GUBBIO
Età: 52
Sesso: Maschile
Il Presidente
30/01/2008 01:14

risposta pubblica a don Angelo
Amici, ecco il testo integrale della risposta all'articolo di don Angelo. Verrà pubblicata sullo stesso giornale.

Interveniamo, dispiaciuti, a proposito della rubrica “Abat jour” di Angelo M. Fanucci (sacerdote eugubino) apparsa nel n. 3 del 25/01/2008 sul vostro settimanale. Lo scritto tratta del primo incontro pubblico della nostra associazione culturale “Benedetto XVI” dal titolo “Il fumo di satana” dove, ad avviso dell’autore, si è consumata la grande apostasia, consistente nel non riconoscimento del Concilio Vaticano II. L’intervento di Fanucci appare una vera e propria caricatura dell’incontro. Nei toni è pregno di livore ed astio gratuiti nonché di giudizi personali pesanti, soprattutto nei confronti del relatore don Claudio Crescimanno dileggiato perfino nell’abito indossato, mentre nei contenuti le critiche mosse all’incontro sono manifestamente infondate. La registrazione audio e video della serata è lì a dimostrare inequivocabilmente la mistificazione. Angelo M. Fanucci afferma perentoriamente che “interpretare il mondo come un campo di battaglia dove l’esercito degli angeli e degli uomini buoni si scontra con quello dei demoni e degli uomini cattivi è contro il Concilio”. Quale Concilio? Il Vaticano II o il Vaticano “secondo Angelo M. Fanucci”? In effetti, la Gaudium et Spes afferma l’esatto contrario: Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno (n. 37). E poco prima: Tutta la vita umana, sia individuale che collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre (n. 13). Chi è dunque davvero contro il Concilio? Non certo la “Benedetto XVI” che si riconosce pienamente nei suoi documenti e li considera un prezioso tesoro del Magistero, assieme a tutti quelli degli altri concili. Proseguendo, Angelo M. Fanucci arriva a scrivere che secondo il relatore “quello della CEI non è il vero catechismo”. Ecco le testuali parole di don Crescimanno: “riguardo al catechismo della CEI, mi permetto di dire, senza nulla deprezzare di tale catechismo, che sarà il caso di andare a guardare anche il padre di tutti i catechismi, cioè il Catechismo della Chiesa Cattolica”. E’ corretto leggervi ciò che vi legge Fanucci? Non pago di tutto ciò, l’autore afferma poi che il relatore avrebbe detto “che l’apologetica vale più della testimonianza”. Siamo al paradosso. E’ proprio Fanucci ad aver affermato che l’apologetica va sì recuperata “ma entro i limiti, perché la fede più che dimostrata si testimonia”. Don Crescimanno ha invece chiarito che testimonianza e annuncio della fede e delle sue ragioni non si devono contrapporre, ma vanno di pari passo, come si evince dalle prime apologie di san Giustino e Tertulliano. Ma è proprio alla fine della sua “abat jour” che Fanucci raggiunge l’apice, passando dal piano delle idee a quello personale. Scrive infatti: “rinnegano il Concilio. O perché diabolico (come dicono in privato) o perché esclusivamente pastorale”. E’ questo un affondo di inaudita gravità, perché teso ad instillare il sospetto che i membri dell’Associazione vivano una doppia vita, con una doppia faccia, pubblica e privata. Come si fa a infangare così, sul settimanale dei Vescovi, persone molto conosciute in città e impegnate in vari ambiti della pastorale? Forse al Fanucci è scappata la frizione perché applaudito, come lamenta, solo da cinque persone? E’ questo il dialogo, il rispetto, il confronto di cui sempre parla Fanucci? Così si esalta la diversità dei carismi per l’edificazione comune? Davvero è il caso di dire che la tolleranza più che a parole si dimostra con la testimonianza. Ma sappiamo bene che non c’è nulla di più intollerante dei cosiddetti seguaci del dialogo quando non si dà loro ragione. Il Vangelo insegna che non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio. Ma forse qualche “abat jour”…

I soci dell’associazione culturale “Benedetto XVI”
NON PRAEVALEBUNT!!!
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