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Madonna del perpetuo soccorso

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2007 19:54
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28/09/2007 16:21


Ottima spiegazione riguardo l'Icona della Madonna del perpetuo soccorso! [SM=g8090] A casa mia siamo sempre stati devoti a questa immagine ma non sapevo cosa significasse!!! Bellissima [SM=g8149]

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03/10/2007 18:52

Ho letto tutto...andrò quanto prima a Roma a pregare l'icona!Ciao Bene [SM=g8079] [SM=g8079]



Maria auxilium cristianorum, ora pro nobis

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03/10/2007 18:55

[SM=g8133] [SM=g8133] [SM=g8133] ci vengo pure io a Roma! Ciao Anto [SM=g8071]
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03/10/2007 19:02

Il significato di Gesu'Bambino che perde il sandalo è commovente!



Maria auxilium cristianorum, ora pro nobis

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03/10/2007 19:17

Si tanto commovente...non credevo poi che il tema dell'Icona fosse la passione di Gesù!







--------------- M I R ---------------
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03/10/2007 19:42

SANTUARIO DEL PERPETUO SOCCORSO
CHIESA SANT’ALFONSO ALL’ESQUILINO

La chiesa, uno dei rari esempi di stile ‘neo-gotico’ a Roma, sorge sul colle Esquilino tra la Basilica di S. Maria Maggiore e S. Giovanni in Laterano. Consacrata al SS. Redentore, fu eretta in onore di S. Alfonso, fondatore dei Redentoristi, per questo venne chiamata chiesa di S. Alfonso.

Costruita tra il 1855 e il 1859, su progetto dell’architetto scozzese George Wigley, nell’ambito di ‘Villa Caserta’, (che i Redentoristi avevano acquistato dai Caetani), la chiesa (42x14m) fu consacrata dal cardinale Costantino nel 1859. La tradizione narra che mentre si scavava il terreno per porre le fondamenta fu trovata una moneta d’oro veneziana con l’effigie del Redentore e che tale evento fu considerato di buon auspicio.

All’esterno, il portico si apre su tre porte archiacute. Il timpano della porta centrale reca una bellissima immagine in mosaico policromo della Vergine del Perpetuo Soccorso tra gli Angeli, mentre sui timpani delle porte laterali sono scolpiti due bassorilievi di Antonio della Bitta: a sin. su sfondo a oro musivo è rappresentato S. Alfonso; a d. S. Clemente Hofbauer (santo redentorista). Sulla cuspide dell’arco a tutto sesto domina la statua del Redentore (benedetta nel 1899), in marmo di Carrara. Più in alto, si apre un magnifico rosone con l’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso, affiancato da due piccole finestrelle rotonde. Sul frontone spicca una croce irlandese restaurata nel 1964.

Un’ampia scalinata (1932) consente l’accesso all’interno della chiesa, che si apre su una grande navata centrale e due navatelle laterali poste su colonne rivestite di marmo colorato. Un’attenta osservazione consente di notare che il Wigley non seguì attentamente i canoni del gotico d’Oltralpe, ma cercò di realizzarne una ‘interpretazione modernizzata’. La navata centrale, infatti, è separata dalle navatelle laterali da ampie arcate traverse, tipiche del neo-gotico dell’Italia meridionale. Un ricco spettacolo di marmi con belle policromie è offerto dalla navata centrale, mentre le navate laterali suddivise in cappellette conservano sei altari minori in marmo (1932-39) dedicati (da destra) a S. Teresa, a S. Giuseppe, alla Sacra Famiglia, (da sinistra) a S. Francesco, all’Immacolata ed a S. Alfonso. I confessionali, in stile ‘gotico fiorito’, sono stati realizzati nei primi anni del Novecento dal confratello Gerardo Uriati, fine ebanista, su disegno di Gerard Knockaert. La vetrata del rosone e le finestre in vetro istoriato (di provenienza francese), che si aprono sulle navate laterali, sono opera di frate domenicano Marcellino Leforestier.

Negli anni 1898-1900, due Redentoristi, l’architetto belga Knockaert (1845-1928) e il pittore bavarese Maximilien Schmalzl (1850-1930), si occuparono di abbellire la chiesa e di aumentarne gli spazi utilizzabili. Risalgono a questo periodo tutti i dipinti visibili nelle cappelle e sulle arcate della navata centrale (opera di Schmalzl) ed il matroneo aggiunto sopra le navatelle laterali, che si apre sulla navata centrale con una serie di trifore. Al termine della navata centrale, sull’arco trionfale che delimita la zona del presbiterio, risalta un dipinto del primo Novecento di Eugenio Cisterna - "L’Incoronazione della Vergine tra gli Angeli e i Santi della Congregazione"; sottostante l’iscrizione latina dice: "E’ stata esaltata la Santa Genitrice al di sopra dei cori degli angeli ai regni celestiali. Al Cisterna si devono anche gli "Apostoli e Santi", dipinti nei medaglioni sopra le arcate delle navate laterali. Nell’arco absidale è posta un’altra iscrizione latina "Ci hai redenti, Signore nel tuo sangue e hai fatto di noi il regno a Dio nostro". In alto al coro, al centro è dipinta una grande croce con ai lati gli stemmi di Papa Paolo VI e del cardinale Ritter.

Lo splendido mosaico absidale, "Il Redentore in trono fra la Vergine e San Giuseppe inginocchiati" è stato interamente ricreato nel ‘64 sul precedente affresco di Rohden. Nel 1995, infine, è stato effettuato l’ultimo restauro dell’Icona del Perpetuo Soccorso (originale del XIV secolo) e sotto la guida di P. Antonio Marrazzo, sono stati terminati i lavori riguardanti l’altare maggiore, il presbiterio e la teca in vetro, che custodisce il famoso quadro della Madonna.



L’ICONA DELLA MADONNA
DEL PERPETUO SOCCORSO



La chiesa Sant’Alfonso all’Esquilino è un importante centro della spiritualità cristiana che custodisce un’antica icona, venerata sotto il titolo di Madonna del Perpetuo Soccorso. La tradizione popolare narra che il quadro fu rubato dall’isola di Creta da un mercante che lo portò a Roma nel XV secolo in nave. Si narra che, durante il viaggio, una forte tempesta mise in pericolo la vita dei passeggeri e che, solo grazie all’intervento della Madonna, tutti riuscirono a salvarsi. Poco prima di morire il mercante affidò l’Icona ad un amico perché la portasse in una chiesa di Roma. L’amico, però, trattenne l’immagine in casa propria e solo alla sua morte, dopo che la Vergine apparve in sogno alla figlioletta, esprimendo il desiderio di essere portata in una chiesa tra le Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Giovanni in Laterano, la moglie consegnò l’Icona alla chiesa di S. Matteo.

Per tre secoli l’icona suscitò la devozione dei fedeli dell’Esquilino, ma, dopo la distruzione della chiesa nel 1798 da parte delle truppe napoleoniche, fu trasferito nella chiesa di S. Maria in Posterula (Roma). L’icona rimase lì dimenticata per circa settanta anni, fino a quando i Redentoristi nel far erigere la chiesa di Sant’Alfonso (nell’area in cui sorgeva la chiesa S. Matteo) s’interessarono all’antico quadro. L’Icona fu ritrovata grazie ad un caso fortuito: padre Michele Marchi, (un redentorista) ricordò di averla vista, quando era chierichetto, in una delle cappelle di S. Maria in Posterula.

Nel 1866, dopo il restauro del pittore polacco Leopold Nowotny, Papa Pio IX affidò ufficialmente l’Icona ai Redentoristi e l’anno successivo, mentre il quadro era portato in processione solenne per il Rione Monti, la Madonna compì il miracolo della guarigione di un bimbo (ancora oggi ricordato da una copia dell’Icona che si trova su Via Merulana, 276). Dal 26 aprile 1866 il quadro originale è custodito nella chiesa di S. Alfonso, oggi importante santuario mariano. I pellegrini affluiscono numerosi da ogni parte del mondo e scoprono nel Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso un’oasi di preghiera, ricca di spiritualità e carica di umanità, dove tutto concorre a facilitare l’incontro con la Madre di Dio.



MESSAGGIO DELL’ICONA



Il quadro della Madonna del Perpetuo Soccorso è un’icona (dal greco "eikón" = immagine), quindi, non una semplice rappresentazione di santi, ma una raffigurazione che rende presente in modo spirituale i personaggi rappresentati. Pregando davanti all’icona, dipinta secondo specifiche norme tecniche e teologiche, possiamo quindi approfondire la nostra conoscenza del mistero di Cristo, della Madonna e degli Angeli ed entrare in contatto spirituale con loro.

L’Icona del Perpetuo Soccorso (una tavola di 54 x 41,5 cm) appartiene al tipo delle Madonne della Passione e presenta la Madonna col Bambino, affiancato da due angeli con gli strumenti della passione, mentre le mani del Bambino si aggrappano alla mano della Madre e dal suo piede si scioglie il sandalo per lasciar vedere la pianta. I caratteri greci, che appaiono sull’icona, indicano i nomi delle quattro figure: Gesù Cristo, Madre di Dio, Arcangelo Gabriele (a d.) ed Arcangelo Michele (a sin.).

L’anonimo artista dell’Icona del Perpetuo Soccorso sembra abbia voluto rappresentare l’angoscia del Cristo, che, contemplando la visione della sua futura Passione, rappresentata dai simboli portati dagli Angeli, perde, per il movimento brusco, un sandalo. Questi elementi della composizione rilevano la realtà della sofferenza e della passione di Cristo. Tuttavia, nel quadro viene evidenziato anche il trionfo di Cristo sulla sofferenza e sulla morte, come si evince dal fondo dorato (simbolo della Risurrezione) e dal modo in cui gli angeli tengono gli strumenti della Passione. Infatti, più che una minaccia di distruzione, essi appaiono come trofei di vittoria, presi dal Calvario la mattina di Pasqua. Si può affermare che il tema principale dell’icona è il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo.

Il punto focale del quadro sta nell’incontro della mano della Madonna con le mani del Bambino. La mano destra della Madre accoglie suo Figlio, sottolineando così l’umanità di Cristo. Tuttavia, la realtà dell’Incarnazione s’intravede anche nell’atto del Bambino che mostra la pianta del piede e nel suo aggrapparsi alla Madre, quasi a cercare il conforto di Maria. La mano della Vergine, però, indica al tempo stesso il Figlio di Dio, mettendo in luce la natura divina di Gesù. Maria, dunque, è rappresentata come l’hodighitria, colei che ci guida verso il Redentore, verso chi è "Via, Verità e Vita". E’ lei il nostro Soccorso, che intercede per noi davanti a suo Figlio, che ha sacrificato la sua vita per noi sulla croce del Calvario. La stella sulla fronte della Madonna sottolinea appunto l’importante ruolo che Lei ha avuto nel piano della nostra salvezza come Madre di Dio e dell’umanità intera.

Contemplando l’icona del Perpetuo Soccorso, così ricca di spunti meditativi, possiamo cogliere, quindi, il senso del Mistero di Cristo ed approfondire il nostro rapporto con Lui sotto la guida della Madre del Redentore.



DEVOZIONE ALLA MADONNA
DEL PERPETUO SOCCORSO



Secondo la tradizione nell’affidare l’Icona ai Redentoristi (1866), Papa Pio IX espresse il desiderio che la facessero conoscere in tutto il mondo. Da allora la devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso si è diffusa nel mondo ed è divenuta universale. Migliaia di copie del quadro sono state inviate dal Santuario romano in tutti i paesi del mondo. Sono sorti anche molti santuari dove si venera la copia dell’Icona romana, decorata spesso con le corone, segno delle numerose grazie ricevute dai fedeli in preghiera davanti all’icona del Perpetuo Soccorso. Tra i santuari più noti ricordiamo: Boston e New York (U.S.A.), Haiti (dove la Madonna è la patrona del Paese) Santiago (Cile) Curitiba, Belém e Manaus (Brasile), Tequisquiapan (Messico), Belfast (Irlanda del Nord), Limerick (Irlanda), Bussolengo (Italia), Torun e Cracovia (Polonia), Singapore ed il più grande Manila (Filippine).

Alla diffusione della devozione ha contribuito notevolmente la Novena Perpetua, nata nel 1927 a St. Louis (U.S.A.). Tale Novena è conosciuta con il nome perpetua perché viene celebrata in un giorno fisso (di solito il mercoledì) di tutte le settimane dell’anno. Durante la recita della Novena i fedeli presentano alla Madonna non solo le loro preghiere tradizionali - Supplica Romana, ma anche le loro lettere con suppliche e ringraziamenti, accompagnati dalle invocazioni della comunità e da una meditazione sulla vita spirituale.

Ogni anno, il Santuario romano si prepara alla festa della Madonna del Perpetuo Soccorso (27 giugno), celebrata l’ultima domenica di giugno, attraverso la Novena Solenne, nove giorni di preghiera e profonda riflessione sul ruolo della Madonna nella vita cristiana.



CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE
REDENTORISTI



La Congregazione del Ss. Redentore è stata fondata a Scala (Salerno) nel 1732 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696 -1787), figlio di patrizi napoletani e uomo di grande capacità. Noto avvocato di Napoli, Sant’Alfonso perse un unico processo a causa di un intrigo. Ferito nel profondo dall’ingiustizia umana, lascia il tribunale ed entra in seminario; a trent’anni viene ordinato sacerdote. Guidato dal desiderio di seguire il Redentore e scoperto l’abbandono spirituale e materiale dei poveri sulle strade di Napoli e dei pastori nelle zone periferiche, fonda la Congregazione dei redentoristi, una comunità missionaria dedicata all’evangelizzazione dei più poveri e degli abbandonati.

La Congregazione, con grande zelo apostolico, in poco più di due secoli di attività si è diffusa in tutto il mondo predicando "la redenzione abbondante". Tra i redentoristi, si sono distinti per la loro grande carità apostolica: San Clemente Hofbauer (1751 – 1820); apostolo di Varsavia e di Vienna; San Gerardo Maiella (1726 – 1755) carismatico fratello; San Gennaro Sarnelli (1702 – 1744), apostolo dei poveri di Napoli; San Giovanni Neumann (1811 – 1860), missionario, vescovo di Filadelfia, il primo santo canonizzato degli Stati Uniti; Beato Pietro Donders (1809 – 1866), missionario e apostolo dei lebbrosi; Beato Gaspare Stanggassinger (1871 -1899), educatore dei giovani, e il venerabile Bernardo £ubieñski (1846 – 1933), missionario della Polonia. Ancora oggi i redentoristi (circa 5.800 fratelli) lavorano nei diversi continenti predicando infaticabilmente la buona novella ai più poveri e ai bisognosi.

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03/10/2007 19:54

Ciao Timone,verrai anche tu a Roma?Spero di si...organizziamoci! [SM=g8149] [SM=g8149] [SM=g8149]



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