Rino CAMMILLERI
Il papa di Lepanto: Pio V
tratto da I Santi militari, Piemme, Casale Monferrato 1992, p. 203s.
Michele Ghislieri, di povera famiglia, fu domenicano e Inquisitore Generale. Appoggiato da San Carlo Borromeo, fu eletto papa col nome di Pio V nel 1566. Il denaro dei festeggiamenti per l'elezione lo fece dare ai poveri; lui continuò a vestire il rozzo saio e a dormire su un pagliericcio, mangiando solo legumi. Cominciò con l'eliminare dai palazzi vaticani e dall'amministrazione romana tutte le "bocche inutili", poi diede mano severamente al riordino della Chiesa, vietando i favori ai "nipoti" e la concessione di cariche ai minorenni. Due volte alla settimana per dieci ore di seguito dava personalmente udienza al popolo, ascoltandone le lagnanze. Aveva un parente nelle milizie pontificie: lo fece cacciare appena seppe che frequentava prostitute.
Ma soprattutto rese effettiva la riforma del Concilio di Trento che stentava a decollare, introducendo il Catechismo per i parroci e la famosa Messa in latino (rimasta in vigore fino al Concilio Vaticano II), unica per tutta la Cristianità, potente simbolo di unità e di sentire comune.
Altrettanto severo fu contro l'ingiustizia, non deflettendo nemmeno di fronte ai potenti: Elisabetta d'Inghilterra venne scomunicata per aver fatto uccidere la sorella, Maria la Cattolica. Introdusse i Monti di Pietà per sottrarre i meno abbienti all'usura praticata dai banchieri ebrei (questi ultimi, poi, li protesse dalla furia popolare - di quando in quando insorgente - assegnando loro leggi e quartieri appositi).
Frattanto i Turchi assediavano l'Europa. Cipro era caduta e Marco Antonio Bragadin, comandante della fortezza di Famagosta, era stato scuoiato vivo. Pio V si adoperò in tutti i modi per unire i cristiani in una Lega. Così l'imperatore, il granduca di Toscana, Venezia, l'Ordine di Malta e parecchi principi italiani armarono una flotta che sconfisse (per la prima volta dopo tanto tempo) i Turchi nella battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571, fermando per sempre i musulmani sul mare.
Il papa, che aveva ordinato la recita del Rosario in tutta la Cristianità, "vide" soprannaturalmente la vittoria e istituì in ricordo la festa della Madonna del Rosario, Maria SS. della Vittoria. L'imperatore fu avvertito da un messaggero trafelato mentre assisteva alla Messa. Ma non volle che la funzione fosse interrotta. Solo alla fine, con le lacrime agli occhi, fece intonare il solenne Te Deum.
Purtroppo il successo non poté essere sfruttato per la defezione di Venezia, più interessata ai suoi commerci che ad altro. L'anno dopo il santo papa morì.
Maria auxilium cristianorum, ora pro nobis