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I discorsi di Sant’Agostino sul Simbolo di fede: Il Credo

Ultimo Aggiornamento: 11/08/2012 21:15
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«Nessuno scrive il Simbolo al solo scopo che sia letto, ma perché sia meditato. E perché la dimenticanza non distrugga ciò che la diligenza ha tramandato, funzioni da libro per voi la vostra memoria». I discorsi di Sant’Agostino sul Simbolo di fede

Scritto da Redazione de Gliscritti: 04 /08 /2012 - 21:43 pm | Segnala questo articolo:
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Riprendiamo sul nostro sito dal sito www.augustinus.it alcuni discorsi nei quali Sant’Agostino espone il Simbolo di fede. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (6/8/2012)

1/ Discorso sul simbolo rivolto ai catecumeni

La formula della fede.

1. 1. Ricevete la formula della fede che è detta Simbolo. E quando l'avete ricevuta imprimetela nel cuore e ripetetevela ogni giorno interiormente. Prima di dormire, prima di uscire, munitevi del vostro Simbolo. Nessuno scrive il Simbolo al solo scopo che sia letto, ma perché sia meditato. E perché la dimenticanza non distrugga ciò che la diligenza ha tramandato, funzioni da libro per voi la vostra memoria. Ciò che udrete sarà l'oggetto della vostra fede e quello che crederete lo ripeterete anche con la lingua. Ha detto infatti l'Apostolo: Con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza 1.

Questo è il Simbolo che ripasserete e che ripeterete. Le parole che avete sentito recitare si trovano qua e là nelle Scritture divine ma da lì sono state raccolte e riassunte in un unico testo per evitare fatica alla memoria degli uomini più lenti e perché ogni uomo possa dire, possa ritenere quello che crede. Non avete proprio appena adesso sentito che Dio è onnipotente? Ebbene voi cominciate ad averlo anche come Padre, dal momento in cui foste nati da quella Madre che è la Chiesa.

Dio onnipotente è Padre.

1. 2. Così dunque avete già imparato, avete meditato, avete ritenuto il concetto, siete nella situazione di poter dire: Credo in Dio Padre onnipotente 2. Dio è onnipotente. Essendo tale, non può morire, non può ingannarsi, non può mentire, e, come dice l'Apostolo: Non può rinnegare se stesso 3. Quante cose non può fare pur essendo onnipotente, anzi proprio perché non le può fare è onnipotente! Infatti se potesse morire, non sarebbe onnipotente; così se potesse mentire, ingannarsi, ingannare, agire ingiustamente, non sarebbe onnipotente; se tali possibilità ci fossero in lui, ciò non corrisponderebbe alla onnipotenza. Indubbiamente il nostro Padre onnipotente non può peccare. Può fare quel che vuole perché è la onnipotenza stessa. Fa qualunque cosa voglia di bene, di giusto; una cosa che sia male a farsi non la vuole. Nessuno resiste all'Onnipotente così da non fare quello che egli vuole. Egli fece il cielo, la terra, il mare e tutto quello che essi contengono 4, realtà invisibili e realtà visibili. Invisibili come, nei cieli, i Troni, le Dominazioni, i Principati, le Potestà, gli Arcangeli, gli Angeli, i nostri concittadini, se vivremo bene. Creò nel cielo anche realtà visibili: il sole, la luna, le stelle. Ornò la terra dei suoi animali terrestri, popolò l'aria di volatili; popolò la terra di esseri che camminano e di esseri che strisciano, il mare di esseri che nuotano. Tutto popolò di creature appropriate. Fece anche l'uomo, con la mente a sua immagine e somiglianza. Nella mente infatti c'è l'immagine di Dio, perciò la mente non può essere compresa neppure da se stessa, in quanto c'è in essa l'immagine di Dio. Noi siamo stati fatti per aver dominio sulle altre creature, ma per il peccato siamo caduti, nel primo uomo, e divenuti tutti partecipi di un'eredità di morte. Siamo divenuti poveri mortali, siamo pieni di timori, di errori, e questo a causa del peccato: con questo demerito e questa colpa nasce ogni uomo. Perciò, come avete visto oggi, come sapete, anche i bambini vengono purificati col soffio, ed esorcizzati per scacciare da loro il potere nemico del diavolo, che inganna l'uomo per possedere gli uomini. Nei bambini non viene esorcizzata e purificata col soffio la creatura di Dio, ma colui sotto il potere del quale si trovano tutti coloro che nascono nel peccato: [Satana] è infatti il capo dei peccatori. Perciò a causa di uno che cadde nella colpa e mandò tutti alla morte fu inviato Uno senza colpa per condurre alla vita tutti quelli che credono in lui, liberandoli dal peccato.

Gesù Cristo unico Figlio uguale al Padre e non da lui diviso.

2. 3. Perciò crediamo anche nel suo Figlio, Figlio cioè del Padre onnipotente, unico Signore nostro. Quando senti "Unico Figlio di Dio" riconosci che è Dio. Non potrebbe infatti l'Unico Figlio di Dio non essere Dio. Quello che egli è questo generò, anche se non s'identifica col generato. Se è vero Figlio, è quello che è il Padre. Se non è quello che è il Padre non è vero Figlio. Guardate nel campo delle creature terrene e mortali: ogni essere genera quello che è lui stesso. L'uomo non genera il bue, la pecora non genera il cane, né il cane la pecora. Di qualunque specie sia chi genera, non può che generare ciò che è lui stesso. Ritenete dunque con certezza, fortemente, fermamente, fedelmente, che Dio Padre generò quello che è lui stesso, l'Onnipotente. Queste creature mortali generano sul piano della corruttibilità. Forse che Dio genera così? Chi è nato mortale genera come è lui stesso, l'immortale ugualmente, quello che è. Il corruttibile genera il corruttibile, l'incorruttibile genera l'incorruttibile; ciò che è soggetto a corruzione, sul piano della corruttibilità, ciò che non vi è soggetto sul piano della incorruttibilità, al segno che uno è quello che è l'altro, un tutto unico. Sapete che quando ho premesso la recitazione del Simbolo, così ho detto e così dovete credere: Crediamo in Dio Padre onnipotente e in Gesù Cristo, Unico suo Figlio 5. Già quando dico Unico dovete intenderlo onnipotente; non avviene infatti che Dio Padre fa quello che vuole e Dio Figlio non fa quello che vuole. Unica è la volontà del Padre e del Figlio perché unica è la natura. Non si può infatti fare una separazione neanche minima tra la volontà del Figlio e la volontà del Padre, come da Dio a Dio: sono ambedue lo stesso Dio. Non c'è un Onnipotente e un altro Onnipotente. Sono ambedue lo stesso Onnipotente.

Il Padre e il Figlio sono un solo Dio.

2. 4. Non introduciamo certo due dèi [nella fede], come alcuni [eretici] li introducono e dicono: "Dio Padre e Dio Figlio: il Dio Padre è maggiore, il Dio Figlio minore". Come è possibile "due"? Due dèi? Vergógnati a dirlo, vergógnati a crederlo! Tu dici: "Signore Dio Padre", e dici anche: "Signore Dio Figlio". Lo stesso Figlio dice: Nessuno può servire a due padroni 6. Nella famiglia di Dio ci troveremmo forse come in una grande casa dove c'è un padre di famiglia che ha un figlio e possiamo dire: "Il padrone più grande, il padrone più piccolo"? Lungi da noi tale pensiero. Se voi ammettete qualcosa di simile, ponete idoli nell'anima. Respingete del tutto questa opinione. Prima credete, poi cercate di capire. È un dono di Dio, non certo prerogativa dell'umana fragilità, poter capire subito, appena creduto. Tuttavia se ancora non capite, credete: In Dio unico Padre, in Cristo Dio, Figlio di Dio. Forse due? No, un solo Dio. E come due possono essere detti: un solo Dio? In che modo? Te ne stupisci? Negli Atti degli Apostoli è scritto: Coloro che erano venuti alla fede avevano un cuore solo e un'anima sola 7. Molte erano le persone ma la fede le aveva rese tutte una sola. Migliaia erano: si amavano ed è allora che i molti sono [divenuti] uno. Amavano Dio con fuoco di carità e, da una moltitudine che erano, raggiunsero la bellezza dell'unità. Se la carità rese una tale pluralità di anime un'anima sola, quale mai sarà la carità in Dio, dove non c'è alcuna disparità, ma una totale uguaglianza? Se tra gli uomini sulla terra ci poté essere tanta carità, così da fare di tante un'anima sola, lì dove il Padre fu sempre inseparabile dal Figlio e il Figlio dal Padre non potevano essere, di due, che un solo Dio. Quelle anime, che erano molte, poterono essere chiamate un'anima sola. Dio, dove c'è la somma, ineffabile unione, può essere detto un solo Dio e non due dèi.

Anche il Figlio è onnipotente.

2. 5. Il Padre fa quello che vuole, il Figlio fa quello che vuole. Non pensate che il Padre sia onnipotente e il Figlio no. Sarebbe un errore. cancellatelo, si stacchi dalla vostra mente. Non sia bevuto con la bevanda della fede, e, se qualcuno di voi lo avesse bevuto, lo rigetti. È onnipotente il Padre, è onnipotente il Figlio. Se l'Onnipotente non generò un Onnipotente, non generò un vero Figlio. E che diremo, fratelli, di una condizione di superiorità del generante rispetto al generato? Che cosa vuol dire: "generò"? È un fatto che un uomo più grande genera un figlio più piccolo e, come quello invecchia, costui cresce e giunge, solo col crescere, all'aspetto del padre. Il Figlio di Dio invece, dal momento che non cresce perché Dio non può invecchiare, è nato perfetto. Se dunque è nato perfetto, e non è stato mai minore, è uguale. Perché sappiate che dall'Onnipotente è nato l'Onnipotente, ascoltate lui stesso che è la Verità. Ciò che la Verità dice di se stessa, questo è il vero. Che cosa dice la Verità? Che cosa di se il Figlio, che è la Verità 8? Dice: Quel che fa il Padre, anche il Figlio lo fa 9. Il Figlio è onnipotente, dal momento che fa tutto ciò che vuole. Se il Padre facesse qualcosa che il Figlio non può fare, il Figlio avrebbe affermato il falso quando disse: Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa. Ma poiché il Figlio disse il vero, credete alle parole: Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa. E avete creduto nel Figlio onnipotente. Non avete pronunziato questa parola nel Simbolo, tuttavia è ciò che avete espresso quando avete professato di credere in un unico stesso Dio. Ha forse qualcosa il Padre che non abbia anche il Figlio? Questo lo affermano gli eretici blasfemi ariani, non io. Io invece vi sto dicendo che se il Padre avesse qualche attributo che non ha anche il Figlio, il Figlio mentirebbe quando dice: Tutto quello che il Padre possiede è mio 10. Molte, innumerevoli sono le testimonianze dalle quali scaturisce che il Figlio, vero Dio, è Figlio del Padre, e che Dio Padre generò un Figlio vero Dio, e che il Padre e il Figlio sono un unico Dio.

Nascita umana e morte di Cristo.

3. 6. Ma ora vediamo che cosa ha fatto per noi questo Figlio unico di Dio Padre onnipotente, che cosa ha sopportato per noi. Egli è nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria 11. Egli, così grande Dio, uguale al Padre, è nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria: umile per risanare i superbi. L'uomo volle esaltarsi e cadde. Dio si abbassò e lo risollevò. Che cos'è l'umiltà di Cristo? È Dio che diede la mano all'uomo caduto. Noi siamo caduti, egli si è abbassato [fino a noi]. Noi giacevamo a terra. Egli si è chinato su di noi. Aggrappiamoci a lui e rialziamoci, per non incorrere nella punizione. Dunque il suo abbassarsi consiste in questo: che è nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria. La stessa sua natività umana è al tempo stesso umile e sublime: umile perché è nato uomo da uomini; sublime perché dalla Vergine. Vergine concepì, Vergine partorì, e dopo il parto rimase Vergine.

3. 7. Segue: Patì sotto Ponzio Pilato. Quando Cristo patì, Ponzio Pilato teneva il governo della regione ed era giudice. Col nome di quel giudice venne indicato il tempo in cui Cristo patì: sotto Ponzio Pilato. Quando si dice: patì, si aggiunge: fu crocifisso e sepolto 12. Ma chi patì? E che cosa patì e per chi? A patire fu il Figlio di Dio unico, il nostro Signore. E patì questo: fu crocifisso e sepolto. Per chi? Per empi e peccatori. Grande condiscendenza e grazia. Che cosa renderò al Signore per tutto quello che mi ha dato13

Nascita coeterna al Padre.

3. 8. È nato prima del tempo, prima di tutti i secoli. Nato prima. Ma prima di che cosa, dove non c'è un prima? Certo non vorrete pensare che ci sia stata una porzione di tempo prima della nascita di Cristo dal Padre. Parlo di quella nascita per cui è Figlio di Dio onnipotente, è unico Signore nostro; di questa parlo. Non pensate che l'inizio del tempo sia in questa nascita. Non pensate che ci sia stato un intermezzo di eternità in cui c'era il Padre e non c'era il Figlio. Da quando c'è il Padre, da allora c'è il Figlio. E come si può dire: "da quando" se non c'è inizio? Dunque: il Padre da sempre, senza inizio, il Figlio da sempre, senza inizio. E allora "Come può essere nato - mi potresti ribattere - se non ha inizio?".
Dall'eterno, coeterno
. Non ci fu mai il Padre senza che ci fosse il Figlio, e tuttavia il Figlio è generato dal Padre. Dove possiamo trovare qualche paragone? Siamo tra cose terrene, tra creature visibili. Provi la terra a darmi un paragone. Non me lo dà. Provino le onde del mare. Nulla. Provi qualche animale. Non lo può neppure lui. Nel regno animale c'è bensì chi genera e chi è generato, ma prima, nel tempo, c'è il padre e poi nasce il figlio. Cerchiamo qualcosa di coevo e consideriamolo coeterno. Se potessimo per assurdo trovare un padre coevo di suo figlio e un figlio coevo di suo padre, potremmo pensare a Dio Padre, coevo di suo Figlio e a Dio Figlio, coeterno a suo Padre. Sulla terra possiamo trovare qualcuno di cui si possa dire "coevo", non possiamo trovare nessuno di cui si possa dire "coeterno".
Intendiamo "coevo" e crediamo "coeterno". State bene attenti, qualcuno può dire: "Come si può trovare un padre coevo del suo figlio o un figlio coevo del suo padre?". Per poterlo generare il padre lo precede nell'età; perché nasca il figlio lo segue nell'età. E qui invece abbiamo il Padre coevo al Figlio, e il Figlio al Padre. Come può essere? Vi proporrò un'analogia: il fuoco come padre, lo splendore di luce che ne emana, come figlio; ecco trovati i coevi. Da quando il fuoco ha cominciato ad essere fuoco, subito ha generato la luce, né ci fu il fuoco prima della luce, né la luce dopo il fuoco. E se ci interroghiamo chi sia il generante, se è il fuoco che genera la luce o la luce il fuoco, subito, per istinto naturale e per l'intelligenza che è nelle vostre menti, proclamereste: "È il fuoco che genera la luce, non la luce il fuoco". Ecco un padre che dà inizio, ecco un figlio insieme, né precedente, né seguente. Ecco dunque un padre all'inizio, e un figlio ugualmente all'inizio. Se vi ho mostrato che un padre è all'inizio e un figlio pure all'inizio, ebbene credete che il Padre non ha inizio, e con lui neppure il Figlio ha inizio; l'uno eterno, l'altro coeterno. Se voi seguirete il progresso del ragionamento, capirete. Fate in modo di seguirlo. Voi dovete nascere, ma poi dovete crescere, perché nessuno all'inizio è perfetto. E invece al Figlio di Dio fu lecito nascere perfetto, perché è nato al di fuori del tempo, coeterno al Padre, anteriore non di un periodo di tempo ma dall'eternità a tutte le cose. Questo nato coeterno al Padre della cui generazione il profeta disse: Chi narrerà la sua generazione14 è nato fuori del tempo dal Padre ed è nato dalla Vergine nella pienezza dei tempi 15. Questa nascita sì era stata preceduta da un periodo di tempo. Egli nacque in un tempo opportuno, quando volle lui, quando sapeva di voler nascere. Senza dubbio non è nato senza volerlo. Nessuno di noi nasce in quanto lo vuole, e nessuno di noi muore quando lo vuole. Egli invece nacque quando volle, morì quando volle; nacque nella maniera in cui volle, da una Vergine, morì nella maniera in cui volle, su una croce. Fece qualunque cosa volle: perché era tale uomo che era anche Dio, ma Dio celato. Dio aveva assunto l'umanità, l'umanità era stata assunta, un solo Cristo Dio e Uomo.

Alla morte segue la resurrezione.

3. 9. Della sua croce come parlerò, che cosa dirò? Scelse il peggiore genere di morte perché i suoi martiri non temessero appunto alcun genere di morte. Rivelò la sua dottrina facendosi uomo, mostrò un esempio di pazienza sulla croce. Qui, nella croce, consiste la sua opera perché lui crocifisso è l'esempio dell'opera; il premio poi dell'opera è la risurrezione. C'insegnò, sulla croce, che cosa dobbiamo giungere a sopportare; c'insegnò, nella risurrezione, che cosa dobbiamo sperare. In una parola, con il suo esempio ci ha detto, come un sommo presidente dei giochi: "Fa' e prendi, compi l'opera ed abbi il premio, combatti nella gara e avrai la corona di vittoria". Che cosa è l'opera? L'ubbidienza. Qual è il premio? La risurrezione senza più morte. Perché ho aggiunto: " senza più morte "? Perché anche Lazzaro risorse e poi morì [di nuovo]. Cristo invece è risuscitato e non muore più, la morte non ha più potere su di lui 16.



[SM=g1740771]  continua.....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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